Troppi tamponi le macchine si rompono, ora un nuovo sistema che sforna risultati giorno e notte: superati i 200 mila test

Giovedì 21 Maggio 2020 di Alda Vanzan
Tamponi
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VENEZIA - Da 20mila a 120mila. Ossia: l'anno scorso ogni mese all'Azienda ospedaliera di Padova si processavano 20mila tamponi. Adesso, con l'emergenza coronavirus, gli esami che vengono fatto ogni mese sono saliti a 120mila. Sei volte tanto. E con lo stesso personale di prima che lavora, organizzato su tre turni, H24. Tutto il giorno, ininterrottamente, anche nei dì di festa. È così che ieri, in una diretta Facebook dall'Azienda ospedaliera di Padova, il direttore Luciano Flor e il direttore dell'Uoc di Microbiologia e Virologia Andrea Crisanti hanno ringraziato i dipendenti, dal primo all'ultimo tecnico di laboratorio: «Il personale è stato la carta vincente». E Flor: «Le macchine si sono rotte, gli uomini no».
I NUMERI
«Dal 23 febbraio a oggi abbiamo eseguito 203 mila tamponi per Covid-19, rilevando fra questi 5 mila positivi e testato 30 mila dipendenti» dell'Azienda ospedaliera di Padova, ha detto il professor Crisanti. Che ha aggiunto: «Avevo anticipato ai miei collaboratori che la Fase 2 sarebbe stata caratterizzata da un aumento significativo della richiesta di tamponi e così è stato. Questo aumento ha creato un ritardo dovuto al fatto che nel frattempo due macchine di circa 10 anni d'età che lavorano 24 ore su 24 da 60 giorni alla fine hanno ceduto. Non siamo riusciti a fare fronte all'aumentata richiesta, ma abbiamo sempre mantenuto numeri estremamente alti: 3-4 mila tamponi al giorno. Abbiamo adesso un carico che richiederebbe una capacità di 5-6 mila tamponi giornalieri. Avevamo previsto questa situazione e per questo avevamo comprato due nuovi estrattori». Le due nuove macchine dovrebbero arrivare in Azienda ospedaliera di Padova la prossima settimana. E i reagenti? «Tutto il nostro sistema si basa sui reagenti fatti in casa. Abbiamo dosi per quasi 2 milioni e mezzo di tamponi. Non sono i reagenti che ci preoccupano, ma i macchinari».
LO SFOGO
Da parte del personale, un'ammissione: la stanchezza. «Siamo molto stanchi, però abbiamo la forza di un gruppo di tecnici che sta lavorando tantissimo - ha detto Manuela Sciro - Io ho tre figli e non li vedo mai, ma sono orgogliosi di sapere che lavoro in Azienda ospedaliera». «Dopo quasi tre mesi ci sentiamo quasi allo stremo delle forze, ma anche orgogliosi dei risultati», ha aggiunto Maria Cristina Vanuzzo. E quanfdo i pazienti si lamentano perché gli esiti dei tamponi non arrivano? «Ci sentiamo impotenti, in imbarazzo, per noi è quasi in fallimento. Però questa è una guerra». (al.va.)
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Ultimo aggiornamento: 16:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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