Venezia. Ca' Dario, è in vendita il palazzo "stregato": si tratta per 18 milioni

Martedì 9 Aprile 2024 di Roberta Brunetti
Ca' Dario

VENEZIA - È in vendita da tempo.

Ma ancora non trova un acquirente Ca’ Dario, il gioiello gotico sul Canal Grande, che a Venezia è noto soprattutto per la leggenda di maledizioni che colpirebbero i suoi proprietari. L’ultimo ad abitarci fu Raul Gardini, il re della chimica, morto suicida nel pieno della tempesta di Tangentopoli, nel lontano 1993. Ormai da mesi ad occuparsi della vendita della prestigiosa dimora, per conto della proprietà straniera, è Christie’s con la sua affiliata italiana, la toscana Romolini. 18 milioni il prezzo che compare sui siti dell’agenzia, offerta rilanciata anche nella versione inglese, con tanto di cambio in sterline (15.443.562) e riferimento all’iscrizione del giugno dell’anno scorso.

PALAZZO DA SOGNO

Un palazzo da sogno, non c’è che dire, con i suoi mille metri quadri di interni, i 170 di esterni, ovvero il giardino sul retro, le 6 camere (fino a 8) e gli 8 bagni. La scheda dell’agenzia lo sintetizza così, aggiungendo pure una lista di ulteriori caratteristiche: «decorazioni in marmo e pietra d’Istria, pavimenti in legno, marmi originali, boiserie, travi in legno, androne monumentale, pozzo originale, carta da parati damascata, altana panoramica, loggia con vista sul giardino, camini originali, fontana moresca, ascensore». 
Vedere per credere. Il sito offre anche un tour guidato per la dimora di lusso, con Danilo Romolini a fare da cicerone (in inglese). Nove minuti di video a spasso tra i cinque piani e il giardino, con tutti i dettagli, stanza per stanza, senza trascurare l’altana. Ed ecco i soffitti a cassettoni, i marmi preziosi (anche all’interno), la stanza tutta foderata di rosso... Ben due i piani nobili. Il primo con la «fontana in stile moresco, ristrutturate e rimessa in funzione all’inizio del Novecento» spiega sempre il sito. E ancora la «sala Maometto, in onore del sultano turco Mehmet II con cui Dario aveva intrattenuto fitti rapporti diplomatici»; quelle «più piccole ma non meno pregevoli, come la sala Rosa, il Salotto Giallo e un’elegante sala da pranzo formale». 
Stanze private della famiglia al secondo piano nobile, con terrazza sul giardino. Salendo il sottotetto con gli «alloggi della servitù, rivestiti interamente in legno». Qui la porta che esce sull’altana panoramica sul tetto, con la vista mozzafiato su Venezia. Fin qui la descrizione del palazzo.

LA STORIA

Dettagliata nel sito anche la sua storia: parte dalle vicende quattrocentesche del primo committente, Giovanni Dario, per arrivare agli ultimi restauri degli anni Duemila. Non cita - ma è comprensibile - la leggenda delle maledizioni che a Venezia continua ad essere raccontata. Una serie di morti e disastri, che si vuole cominci con la fine prematura di Marietta, figlia proprio di Giovanni Dario. Nel XVII a morire, in un agguato a Candia, è un erede dei Barbaro, nuovi proprietari del Palazzo, che a quel punto - secondo la leggenda - lo vendono. A inizio ‘800 l’attività del nuovo proprietario, Arbit Abdoll, mercante di diamanti armeno, finisce in fallimento. Muore suicida il successivo proprietario, Rawdon Brown, e per malattia, dopo avervi abitato, il poeta Henri De Regnier. La leggenda vuole che perfino il tenore Mario Del Monaco, dopo aver discusso della possibilità di acquistare il palazzo, resti vittima di un grave incidente. Suicida in Messico il convivente di un successivo proprietario americano, Charles Briggs, cacciato da Venezia con foglio di via per una storia di festini omosessuali. Nel 1970 fu trovato ucciso nel palazzo, il conte Filippo delle Lanze, che l’aveva acquistato due anni prima. Fallimento finanziario e morti in famiglia invece per Fabrizio Ferrari, imprenditore veneziano che ne fu il proprietario successivo, prima dell’arrivo di Gardini. Solo una leggenda nera, ma che forse non sta aiutando la vendita. Si vedrà.

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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