Evasi 30 milioni di euro, figlio del boss Intelisano arrestato all'aeroporto di Venezia. Era in partenza per Dubai

Mercoledì 28 Febbraio 2024 di Davide Tamiello
Evasi 30 milioni di euro, figlio del boss Intelisano arrestato all'aeroporto di Venezia. Era in partenza per Dubai

VENEZIA - Stava per partire per Dubai, l'idea era quella di una vacanza con tutta la famiglia. Arrivato al gate dell'aeroporto Marco Polo di Venezia, però, ha visto comparire gli uomini in borghese della guardia di finanza di Catania che gli hanno notificato l'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Palermo: Filippo Intelisano, 41 anni, incensurato, figlio del boss Giuseppe, detto 'Pippu 'u niuru' ('Pippo il nero') esponente di spicco del clan Santapaola, è stato arrestato allo scalo veneziano con l'accusa di far parte di una organizzazione che aveva evaso 30 milioni di euro di Iva.

L'inchiesta è stata coordinata dai pm della Procura Europea di Palermo Amelia Luise e Gery Ferrara e si basa su indagini del primo Gruppo della Guardia di finanza di Catania. Filippo Intelisano era stato indagato in stato di libertà nel marzo del 2008 nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Catania sul tentativo, sventato da indagini della Guardia di finanza, di riacquistare un'azienda di trasporti, la Riela group, che era stata confiscata per mafia nel 1999. Gli altri arrestati, anche loro in carcere per ordinanza di custodia, sono i catanesi Milena Bulla, Fabio Spina, Vincenzo e Andrea Maria Carelli e il salernitano Concordio Malandrino. Il gip Marina Rizza ha disposto i domiciliari per Virgilio Papotto, Cristian Parisi, Gianluca Russo e Settimo Carlo Abate.


GLI INDAGATI
L'operazione "ultimo brindisi" (chiamata così perché le società di cui faceva parte anche il figlio del boss trattavano la vendita di alcolici e superalcolici, dai distillati allo champagne) oltre alle dieci misure ha portato anche 17 divieti di esercitare l'attività d'impresa (per sedici imprenditori e un ragioniere) e il sequestro di 30 milioni di beni nei confronti di 17 società e di 25 indagati. L'accusa, appunto, è di aver illecitamente commercializzato bevande in Italia evadendo l'Iva. L'ordinanza è stata eseguita dai finanzieri nelle province di Venezia, Vicenza, Messina, Siracusa, Salerno, Roma, Padova, Rieti, L'Aquila e Milano. A quanto ricostruito dai militari, la frode faceva affidamento su 17 società cartiere che avevano il compito di produrre false fatture. Avevano scoperto anche un legame con San Marino: acquistando lì la merce, in regime di sospensione, evitavano di versare l'Iva all'erario italiano. Il volume d'affari delle società era di 100 milioni di euro, accumulati tra il 2020 e il 2022. L'altro versante erano le società esterovestite: ovvero, finte società che sulla carta avevano sede legale all'estero ma che in realtà erano in Italia e, quindi, in Italia avrebbero dovuto pagare le tasse. Vengono contestati al gruppo anche profitti illeciti per 600 mila euro attraverso crediti d'imposta inesistenti, che l'organizzazione aveva ottenuto con falsi corsi di formazione per il personale dipendente di alcune imprese che facevano capo al gruppo criminale.


FAMIGLIA
Intelisano è incensurato, ma il suo è un nome pesante in Sicilia. Il padre infatti era stato, per un periodo, anche il reggente del clan Santapaola e al momento sta scontando l'ergastolo in regime di 41 bis nel carcere di Sulmona. Il 41enne non sapeva di essere indagato: i finanzieri lo stavano intercettando da settimane e avevano scoperto che aveva una seconda casa in Veneto, nel Vicentino. Un appartamento che usava come base d'appoggio.

Ultimo aggiornamento: 11:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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