VENEZIA - Manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servizio e sversamento di sostanze pericolose in concorso. Sono questi i capi d'accusa per i quali sono state denunciate tutte le 28 persone che ieri, sabato 9 dicembre, hanno deciso di mettere in atto l'ennesimo gesto irrispettoso, sprezzanti del patrimonio artistico-culturale, e nel nome della visibilità per l'ambiente: versare colorante nel Canal Grande dal Ponte di Rialto.
A cinque di loro è stato rilasciato un foglio di via obbligatorio di 4 anni e a 3 persone un Daspo urbano di 48 ore. Sequestrati tutti i materiali, comprese anche alcune macchine fotografiche. Ma l'associazione Extinction Rebellion, in una nota, rivendica un punto controverso: «Cinque persone sono state espulse da Venezia per 4 anni, nonostante alcune di loro siano studentesse alla Cà Foscari di Venezia».
Da qui poi la contestazione delle denunce, con la pretesa di scongiurare le conseguenze: «Denunce completamente pretestuose, che non hanno nessun legame con i fatti realmente commessi - afferma l'associazione - Denunce notificate indiscriminatamente a tutte le persone identificate. Tra le persone portate in questura vi era infatti anche un turista, che si trovava a Venezia per due giorni, e quattro persone dell'ufficio stampa, compresi i fotografi e videomaker.
Si tratta infatti di una applicazione illegittima di un provvedimento pensato per reati di mafia e che, secondo la legge stessa, non può essere notificata a chi ha un legame con la città. «Il Questore di Venezia - in linea con il sindaco Brugnaro e il ministro delle Infrastrutture Salvini - ha quindi deciso arbitrariamente che alcune persone che hanno semplicemente partecipato ad una manifestazione siano colpevoli di reati gravissimi - accusano gli organizzatori - che le renderebbe "persone pericolose" e per questo debbano essere allontanate dalla città per quattro anni, il massimo possibile, violando il loro diritto costituzionale alla manifestazione del pensiero» commenta ancora Extinction Rebellion.
«Negli ultimi mesi, in Italia, le persone che scendono in strada per denunciare l'incapacità dei governi mondiali e del governo italiano nell'affrontare la crisi climatica vengono sistematicamente espulsi dalle città senza ormai aspettare più nemmeno i processi - denuncia Margherita, una delle persone espulse da Venezia - Giorno dopo giorno, le questure di tutta Italia notificano denunce pretestuose per reati non commessi. Queste - conclude - vengono puntualmente non perseguite dai magistrati e viene chiesta l'archiviazione, ma sono un chiaro tentativo di spaventare, intimidire e isolare che esprime dissenso».