Il virus manda in tilt visite specialistiche ed esami, liste d'attesa anche fino a due anni

Lunedì 7 Settembre 2020 di Lisa Zancaner
Il virus manda in tilt visite specialistiche ed esami, liste d'attesa anche fino a due anni
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E’ lenta, molto lenta, la ripresa dell’attività programmata negli ospedali del Friuli Venezia Giulia. Se già nell’era ante Coronavirus certe liste d’attesa erano alquanto lunghe, oggi bisogna munirsi addirittura di un’agenda o un calendario datato 2022. È capitato a un utente che, per problemi di glaucoma, ha tentato di prenotare una prestazione, in particolare una tomografia ottica (Otc) e si è visto dare appuntamento a maggio 2022.
IMPEGNO DISATTESO PER COVID
Il problema è noto da tempo, tanto che a inizio anno, prima che scoppiasse la pandemia, il vicegovernatore del Fvg con delega alla salute Riccardo Riccardi aveva affermato che «le liste d’attesa rappresentano uno dei principali punti critici del sistema. Siamo al lavoro per migliorare e rispondere al meglio. Le soluzioni non saranno brevi anche se contiamo nel progressivo miglioramento. Organizzazione migliore, più personale, un’integrazione pubblico privato sono le linee sulle quali le aziende lavoreranno nel 2020».
ALCUNI ESEMPI
Poi tutto si è fermato a causa del Covid, ma oggi il problema si ripresenta più grave di prima, con l’intera attività di prevenzione che al momento procede a singhiozzo, con conseguenze anche per la salute dei singoli cittadini del Friuli Venezia Giulia.
Tempi biblici per una colonscopia che, per il criterio di priorità “P” (programmato), ovvero prestazioni che si possono eseguire entro 180 giorni, i tempi d’attesa superano abbondantemente l’anno nel Friuli Occidentale con 372 giorni alla Casa di cura San Giorgio e non va meglio per l’Asufc, dove si deve attendere 368 all’ospedale di San Daniele giorni e 335 a Latisana. La maglia nera se la guadagna l’ospedale di Palmanova, dove l’infinita lista d’attesa arriva a 580 giorni, mentre nell’hub di Udine, come in tutta l’Asugi, questa prestazione non è nemmeno prenotabile.
Diversi gli ospedali con liste in affanno anche per le visite oculistiche, vera spina nel fianco quando si parla di tempi d’attesa, dove si va da un minimo di 552 a un massimo di 725 giorni (due anni) nelle strutture del pordenonese, per scendere a 305 nella sede di Manzano.
TEMPI NON RISPETTATI
Il problema vero per questo tipo di visita scatta per il criterio di priorità B (breve), prestazioni da eseguire entro 10 giorni. Una tempistica che, per l’AsuFc, viene rispettata solo a Palmanova con 6 giorni d’attesa, mentre si va dalle due settimane a 130 giorni nelle altre strutture.
Non va meglio per una mammografia, esame che le donne iniziano a fare a 40 anni in attesa dello screening gratuito che scatta al cinquantesimo anno d’età, ma la diffusione del tumore al seno richiede sempre più attenzione e controllo.
Le strutture maggiormente in difficoltà sono il Cro di Aviano (798 giorni), l’ospedale di Udine e quello di Tolmezzo, rispettivamente con 665 e 459 giorni d’attesa. Se è pur vero che si tratta di prestazioni in criterio di priorità “P”, è altrettanto vero che molte donne rinunciano tout court sia ad attese infinite sia alla mammografia privata, che non ha un costo alla portata di tutti.
UOMINI IN FILA
Pure gli uomini devono pazientare dato che una visita urologica si ottiene anche dopo 252 giorni ed è il caso dell’ospedale di Pordenone, seguito dai 243 giorni di attesa a Tolmezzo. Stessi problemi e stesse tempistiche per una visita cardiologica e anche per questa prestazione, come per molte altre, il tempo d’attesa in alcune strutture sanitarie non è nemmeno indicato, mentre per altre non c’è la possibilità di prenotare e bisognerà attendere di tornare alla normalità, ovvero alle liste lunghe sì, ma non impossibili.
E non è esente dal problema la voce “vaccini”, lasciati indietro a causa dell’emergenza sanitaria e oggi ancora in attesa per dare precedenza a tamponi e vaccinazioni su bambini e adolescenti.

Così, per un’antitetanica, il trucco è comperarsi il kit in farmacia e farsi fare la vaccinazione dal proprio medico di medicina generale.

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