MOGLIANO - «Mai avremmo pensato di trovarci di fronte ad una decisione simile», dicono quasi all'unisono l'assessore al Sociale del comune di Mogliano Giuliana Tochet e il titolare dell'hotel Laerte, il dottor Marco Bertozzi, all'annuncio che le due donne, fuggite dalla guerra in Ucraina, vogliono rientrare a casa, insieme ai bambini.
IL BENEFATTORE
«Ho conosciuto la guerra e comprendo bene il dramma di queste persone, per questo voglio fare qualcosa di concreto per aiutarle» - aveva detto Dario Dessì, il signore moglianese che ospita, da circa 6 mesi mamma Liudmilla e che fin da subito aveva insistito perché la figlia di questa, Olga, scappasse dalla guerra. Lui aveva 8 anni quando scoppiò la seconda guerra mondiale e ha accolto tutto il gruppo a casa sua, per i pranzi. Dario si è anche offerto per ospitare i bambini piccoli di Svetlana, Eugenio e Andrea, in modo che rientrassero in Ucraina solo le donne, ma non c'è stato niente da fare.
RIENTRO IN PATRIA
La mamma, che non vuole dividersi dai figli piccoli, asseconda la figlia Natalia che vuole raggiungere il marito a tutti i costi. Natalia, 22 anni incinta di 5 mesi, si è sottoposta a una visita ginecologica di controllo qualche giorno fa e anche il dottore, pur rassicurandola che la gravidanza prosegue senza problemi, l'ha esortata a non ripartire, ha raccontato Luidmilla, l'unica che parla italiano. Sua figlia Olga con il piccolo Bogdan di 6 anni, rimarranno con lei a Mogliano e già si stanno attivando per trovare un lavoro a mamma Olga. «A quanto mi comunicano, ci sono altri casi di rientro in patria magari di persone che forse abitano in territori meno soggetti agli attacchi bellici. Vogliamo sperare che le loro scelte siano ponderate» conclude l'assessore Tochet.