Suoni di Marca a ingressi ridotti, i ristoratori: «Poche 5mila persone, non ce la facciamo»

Giovedì 20 Maggio 2021 di Chiara Pavan
Suoni di Marca, la kermesse musicale che si tiene ad agosto a Treviso

TREVISO La voglia di musica live c’è, tanto più tra le mura della città, ma i “suoni” rischiano di non accendersi al massimo quest’estate.

Troppi vincoli da normative anticovid, troppe difficoltà per i ristoratori che devono allestire i “percorsi del Gusto” attorno alla kermesse musicale, troppe spese da sostenere a fronte di un numero inevitabilmente limitato di pubblico. “Suoni di Marca”, il celebre festival ideato da Paolo Gatto che ha già annunciato i primi ospiti dell’edizione 2021 - Fulinacci, atteso il 5 agosto, e Lo Stato Sociale il 4 - quest’anno rischia di faticare ancora più di quanto aveva previsto riavviando la sua “creatura”. E le prime difficoltà stanno emergendo negli incontri “preparatori” tra i vari protagonisti dell’evento, ristoratori in primis: l’altra sera Gatto ha infatti presentato loro l’idea, «abbiamo avuto un confronto sulla possibile realizzazione della mostra mercato in ambito ristorativo», ammette, ma sugli esiti della serata il patròn del festival preferisce non sbilanciarsi ancora. Serve tempo.

I DATI
All’incontro dell’altra sera solo 13 dei 26 ristoratori che di solito arricchiscono la manifestazione musicale animando il “percorso del gusto” tra le mura. Ma le prime perplessità cominciano ad emergere. I numeri, secondo qualcuno di loro, non sono incoraggianti: se nelle passate edizioni “Suoni” era capace di attirare più di ventimila persone a sera, ora, in piena era-covid, ne potranno entrare al massimo 5000. E di questi soltanto 400 potranno accedere all’area concerti pagando il biglietto per lo show. Chi vuole invece cenare o passare una serata ascoltando la musica in lontananza e mangiando, dovrà prenotarsi il posto tramite un’applicazione ah hoc che verrà poi realizzata. Ancora al vaglio l’idea di un mini-biglietto di un paio di euro per entrare anche nell’area ristoro. «Chi non prenota, rischia di restare fuori in attesa - spiega un ristoratore - Molti di noi sono perplessi, il coronovirus impone costi altissimi e una rassegna come “Suoni” può reggere solo se alle spalle possiede certi numeri. Ma così è molto difficile. Qualcuno di noi vorrebbe rinunciare. Con 5mila persone al giorno, quindi solo un quarto di pubblico rispetto al passato, non ce la facciamo. Anche la manifestazione rischia anche si snaturarsi: ti giri attorno e vedi il vuoto attorno a te. Insomma, con 20mila persone si crea un sistema che funziona e fa funzionare il festival, con poca gente no. Un peccato, il covid uccide manifestazioni belle come queste, dove la vicinanza è tutto, e dove il grande passaggio di persone porta fatturati per tutti».

LE DIFFICOLTÀ
Anche i costi delle postazioni per la ristorazione sono aumentati: «Se un tempo pagavamo circa 1800/2000 euro per la durata del festival, adesso siamo saliti a 3000 euro per metà tempo - aggiunge il ristoratore - quindi la situazione si complica. Molti pensano di rinunciarvi. A malincuore, ovviamente, perchè amiamo il festival. Ma con poca gente in arrivo, non puoi neanche organizzarti per reggere i costi. È già dura adesso...».

LA PROGRAMMAZIONE
Non è ancora chiaro, infine, se il festival si svolgerà a fine luglio (29-7 agosto), quando le normative anti-covid sono ancora in vigore, oppure ad inizio agosto, dall’1 al 10, quando magari la situazione sanitaria è migliorata e le restrizioni potranno essere meno ferree rispetto a luglio. Gatto sta ancora ragionando sul da farsi, e non a caso i primi ospiti invitati saranno in scena ad agosto, Lo Stato Sociale il 4 e Fulminacci il 5. «Magari tutto migliorerà e saremo liberi - chiude il ristoratore - per ora tuttavia, tutto sembra tanto complicato. Costi troppo alti rispetto a quello che poi si può portare a casa. Il sistema fatica a reggere. Anche se c’è molta voglia di tornare a vivere, tanto più d’estate, all’aperto tra la musica, la situazione ora non è incoraggiante. Vederemo nei prossimi tempi se qualcosa migliora».

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