Sub morto durante l'immersione: la disperazione della moglie che lo aspettava in barca

Mercoledì 21 Luglio 2021
Fabio Pavan

TREVISO - Sulla barca, ad attendere il ritorno da quel mare di una bellezza infinita, c’era anche Franca Bellato, la moglie di Fabio Pavan, il sub di 55 anni deceduto lunedì mentre si stava immergendo a Torre delle Stelle, località turistica in provincia di Cagliari, sulla costa orientale della Sardegna. Franca, dipendente di Ca’ Sugana, ha assistito al tuffo del marito, subacqueo esperto e prudente.

Ha atteso fiduciosa aspettando di vederlo risalire. Ma ha capito ben presto che si stava consumando una tragedia. E non vedendolo tornare, ha dovuto accettare una realtà tremenda: suo marito era rimasto laggiù, adagiato sul fondale, senza vita. Il corpo è stato recuperato dai compagni d’immersione di Fabio, inutili i soccorsi. La salma verrà portata a Treviso domani. giovedì 22 luglio. Il magistrato che si è occupato del caso ha dato il nulla osta al trasferimento, ritenendo chiare le cause del decesso, molto probabilmente un malore.

LA CRONACA
Fabio era in vacanza a Villasimius con la famiglia, moglie e due bambine. Insieme ad altri otto sommozzatori aveva programmato di visitare il relitto della regia nave Isonzo, affondata da un sommergibile inglese il 10 aprile del 1943 e inabissata a una cinquantina di metri di profondità a un miglio dalla costa. La morte lo attendeva proprio là, accanto alla carcassa incrostata del piroscafo. Il suo soccorritore, un istruttore subacqueo del posto, quando ha visto il corpo sul fondale ha capito subito che la situazione era grave e non c’era tempo da perdere. «Quando trovi qualcuno così, per di più senza erogatore (il boccaglio che i sub usano per respirare ossigeno, ndr), le speranze sono davvero poche - afferma Stefano Di Cosimo - l’ho riportato in superficie, al gommone del centro diving a cui lui e gli altri compagni si erano appoggiati. Ad aspettarli c’era il barcaiolo. Gli abbiamo tolto l’attrezzatura e ho cercato di rianimarlo, in attesa dei soccorsi». Una corsa contro il tempo per tentare di salvare la vita al turista trevigiano. A mezzogiorno la Guardia costiera ha ricevuto la richiesta di aiuto. E si è attivata subito: sul punto segnalato sono state dirottate due motovedette e un elicottero del 118 si è alzato in volo per atterrare alla spiaggia di Cann’e Sisa. Il 55enne è stato trasportato a terra per facilitare l’intervento medico. Ma ogni manovra di rianimazione si è rivelata vana. Il tutto si è verificato Sotto gli occhi sconvolti della moglie e dei compagni che si erano immersi con lui. «Non si sono accorti di niente mentre erano sott’acqua. Hanno appreso la notizia quando sono riemersi in superficie - prosegue l’istruttore che ha ripescato Pavan, titolare di un centro immersioni - io ero impegnato con un cliente: ci siamo immersi prima di loro. Non so cosa sia successo prima, se ci sia stato qualche problema durante la discesa. Io mi sono trovato di fronte al corpo esanime del sub e ho fatto il possibile».

IL DOLORE
Fabio era molto conosciuto a Treviso. Da trent’anni lavorava alla Marchiol di Villorba come autista. La notizia della sua tragica scomparsa si è diffusa molto velocemente in città gettando nello sconforto i tanti amici e, soprattutto, la piccola comunità dei subacquei dove tutti si conoscono e tutti hanno una grande considerazione di Fabio, ritenuto un sub molto prudente e preparato. E nessuno avrebbe mai pensato che la sua vita potesse finire così.
 

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