TREVISO - Era una corsa contro il tempo, prima che la prescrizione mandasse in malora anni di indagini. Il tribunale di Treviso, indipendentemente da quale sarà l'esito del processo, aveva dichiarato l'obiettivo all'inizio del dibattimento: arrivare a una sentenza di primo grado. Ci riuscirà per due dei tre reati contestati a Vincenzo Consoli, l'ex amministratore delegato ed ex direttore generale di Veneto Banca.
IL RIFIUTO
Ad accelerare i tempi è stato lo stesso Consoli che ieri mattina, per bocca del suo legale, l'avvocato Ermenegildo Costabile, ha rinunciato a parlare in aula. Il suo esame, non richiesto né dai pubblici ministeri Massimo De Bortoli e Gabriella Cama né dai legali di parte civile (decine di avvocati dei risparmiatori che ormai da diverse udienze non si presentano nemmeno più a processo senza neanche farsi sostituire da qualche collega), era stato prospettato proprio dalla difesa, che si era però riservata la decisione facendo fissare un'udienza apposita che si sarebbe dovuta tenere venerdì prossimo, il 26 novembre. Non si celebrerà. Eppure un mese fa era stato lo stesso Consoli a intervenire sul punto: «Mi voglio fare interrogare per poter replicare alle tante falsità che ho sentito - aveva dichiarato l'ex ad di Veneto Banca - anche se il mio avvocato dice che non è il momento». Il riferimento non era tanto ai testi chiamati a deporre dovendo rispondere alle domande dei giudici, dei pm e degli avvocati. Anzi, riguardo a loro aveva sostenuto: «Se toglie gli ispettori di Banca d'Italia, chi è che ha sfilato?», come a dire che le uniche accuse contro di lui sono arrivate dall'ente controllore e non da chi materialmente operava nell'ex popolare di Montebelluna. Era il contorno che lo disturbava, il rincorrersi di voci e ricostruzioni che continua a ritenere fantasiose e non veritiere. E voleva dire la sua davanti ai giudici. Ma non accadrà.
IL CALENDARIO
Il 3 dicembre, salvo imprevisti, si chiuderà il dibattimento. Quel giorno sul banco dei testimoni si siederanno i due consulenti incaricati di esprimersi sulla relazione depositata dall'accusa, scritta da uno dei liquidatori, che affronta in estrema sintesi le cause del tracollo. «I miei periti - ha dichiarato al termine dell'udienza di ieri l'avvocato Costabile - diranno che quelle 4mila pagine non sono riusciti a leggerle. D'altra parte ne depositeranno 400 che il pubblico ministero dovrà visionare e non so come farà. A Vicenza, con più imputati ma accuse che vertevano prevalentemente sulle cosiddette baciate, il processo è durato più di due anni. Qui invece, con implicazioni che riguardano anche la qualità dei crediti che vantava Veneto Banca, il procedimento è durato solo 9 mesi». Non è detto, dunque, che basti l'udienza del 3 dicembre per esaurire gli ultimi due testimoni. Il tribunale, nel caso, richiamerà tutti in aula lunedì 6. Già, perché i passi successivi sono già fissati: giovedì 9 dicembre si procederà con la requisitoria dei pubblici ministeri al termine della quale verrà presentata la richiesta di condanna, venerdì 10 sarà la volta degli avvocati di parte civile, e lunedì 13 spazio all'arringa difensiva dell'avvocato Costabile. Poi dieci giorni di attesa, fino a giovedì 23, giorno in cui i giudici emetteranno la sentenza.