Conegliano. La mamma uccisa in casa, le figlie contro il padre: «È stato lui, torni in cella»

Giovedì 8 Febbraio 2024 di Luca Bertevello
Le figlie di Ceschin

CONEGLIANO (TREVISO) - «Nostro padre è colpevole, ci rifiutiamo di pensare che un eventuale vizio di procedura possa impedire che venga fatta giustizia e non permetteremo che rimanga impunito». Elisabetta e Francesca Lorenzon sono le figlie di Margherita Ceschin, la 72enne uccisa nel suo appartamento di Conegliano il 23 giugno scorso da sicari ingaggiati dal padre ed ex marito Enzo Lorenzon. Da martedì pomeriggio l'imprenditore è agli arresti domiciliari per motivi di salute, senza braccialetto elettronico, in una residenza per anziani dell'Opitergino.

FULMINE A CIEL SERENO

Una notizia sconcertante per le due donne che, dopo lo sfogo di Paolo Ceschin, fratello della vittima, hanno deciso di scendere in campo al suo fianco. «Ho appreso con sconcerto la notizia che mio padre non è più in carcere, bensì agli arresti domiciliari per motivi di salute e peraltro in una struttura a contatto con altre persone. È una decisione che non mi aspettavo e che mi ha gettato nello sconforto e nella paura - scrive Elisabetta - Adesso non possiamo fare altro che attendere la decisione della Corte di Cassazione e di conoscere i motivi per i quali si ritiene che l'ordinanza del Riesame debba essere rivista: io purtroppo non ho dubbi sul coinvolgimento di mio papà. Ho fiducia nell'operato della Procura e delle forze dell'ordine che stanno indagando sul caso, mi rifiuto di pensare che un eventuale vizio di procedura possa impedire che venga fatta giustizia. Mia madre, donna di 72 anni, è stata aggredita in casa sua, indifesa e vulnerabile e soffocata: ha subito una morte atroce e non possiamo permettere che i responsabili rimangano impuniti.

Nella atrocità della sua morte troverò la forza per combattere una battaglia, anche giudiziaria se sarà necessario, visto che lei non può farlo». Un concetto ribadito dalla sorella Francesca che ha affidato le proprie parole all'avvocato Umberto Saracco: «Avuta notizia della concessione degli arresti domiciliari, addirittura senza braccialetto elettronico, sul presupposto dell'assenza di una adeguata motivazione nel decreto che ha disposto la misura cautelare in carcere di Enzo Lorenzon - afferma il legale - la mia assistita pur mantenendo il riserbo che l'ha sempre contraddistinta in tutta questa vicenda, tiene a comunicare il proprio rammarico auspicando che il lavoro delle forze dell'ordine non sia vanificato nè il futuro processo pregiudicato da evitabili vizi formali».

PROBLEMI CARDIACI E RENALI

La decisione del gip Marco Biagetti, lo stesso che in primo luogo aveva firmato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere di Enzo Lorenzon, di fatto ha accolto le istanze avanzate dal difensore, l'avvocato Fabio Crea: il 79enne soffre di problemi cardiaci e renali non compatibili con la detenzione in carcere. «Probabilmente è stata decisiva la decisione del Procuratore generale della Cassazione che aveva chiesto l'annullamento con rinvio al tribunale del Riesame del provvedimento a carico di Lorenzon, dal momento che non ci sarebbero le esigenze cautelari eccezionali per tenere in carcere un ultra 70enne - spiega il legale - Ci auguriamo che sia il primo passo verso una liberazione definitiva». Lorenzon attende ora la decisione del Riesame, a cui è stata rinviata l'ordinanza che aveva spedito in carcere lui e i due dominicani Juan Maria Guzman e Sergio Antonio Luciano Lorenzo. Secondo l'accusa il movente è economico: Lorenzon era stanco di versare alla ex l'assegno di mantenimento: 10mila euro al mese. Ma il provvedimento ha avuto immediate ripercussioni su tutti coloro, amici e soprattutto familiari, che stanno pagando un dazio pesante al dolore per il subdolo omicidio di Margherita. «Enzo l'ha fatta uccidere e poi piangeva con noi fingendo di essere dispiaciuto - ricorda Paolo, fratello della donna - Mi ha persino chiesto di comprare i fiori insieme per il funerale di mia sorella. E adesso è ai domiciliari in una casa di riposo. Non è giusto: deve stare in carcere. È un uomo senza scrupoli, potrebbe scappare. Io non lo perdonerò mai per quello che ha fatto a Margherita». 

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