Congo, primi rientri dei genitori
senza i figli: la madre spera ancora

Giovedì 2 Gennaio 2014
Congo, primi rientri dei genitori senza i figli: la madre spera ancora
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TREVISO - ​Rientrano. Uno alla volta. Prima il padre, anche per motivi di lavoro, mentre la madre resta in Congo ad aspettare il via libera. Da Kinshasa stanno per tornare anche altri genitori a cominciare da quelli che non hanno ottenuto il rinnovo del visto.



Il trevigiano Marco Morandin, 37enne impiegato, è da 40 giorni con la moglie Francesca Bortolin, 35 anni, biologa all'Università di Padova, fra le 25 famiglie italiane dal 18 novembre bloccate a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo. Le ultime notizie dal Congo dicono che i figli adottivi resteranno nelle strutture d'accoglienza. Aspettando non solo che in Congo torni la normalità dopo l’esplosione di violenza, ma soprattutto che possano concludersi i passaggi diplomatici innescati dalla decisione del presidente Kabila di bloccare la partenza dei bimbi per verificare che le procedure siano corrette.



«Tutta la pressione che c’è stata in questi giorni, i toni troppo alti, l’idea stessa che quelle famiglie siano prigioniere in Congo, ha contrariato le autorità e complicato tutto», dice Maurizio Sanmartin, presidente de “I 5 pani”, una delle Onlus che si occupano di adozioni in Congo. «Per questo ci uniamo alla richiesta di silenzio stampa avanzata da Francesco Mennillo, commissario della Commissione adozioni internazionali. E in considerazione della delicatezza e complessità della vicenda, invitiamo al silenzio giornalisti e famiglie».



I coniugi trevigiani non vogliono abbandonare il loro bimbo adottivo di 14 mesi: Marco e Francesca hanno tutti i documenti in regola, oltre alle necessarie autorizzazioni. Ma il loro bambino non può lasciare il Paese, loro due sì. Sarebbe proprio il padre a rientrare - appena troverà posto su un volo per l'Italia - per motivi di lavoro. Sul lieto fine a breve dell'odissea ci sono poche speranze: «Difficilmente ci riusciranno adesso - commenta Floriana Casellato, sindaco di Maserada e deputato del Pd - purtroppo le autorità congolesi si sono irrigidite. Ma la soluzione che gli abbiamo prospettato può essere, per il momento, accettabile: lasciare il loro bambino nella struttura gestita dall'associazione Amore e Libertà di don Matteo Galloni e poi tornare a riprenderlo quando la situazione si sarà sbloccata».



L'ultimo giorno dell'anno i Morandin lo hanno passato assieme alle altre famiglie italiane nella loro stessa situazione: una cena senza particolari fronzoli all'interno del residence da cui la Farnesina ha consigliato di non uscire per evitare eventuali controlli e, soprattutto, gli scontri. A tutti gli italiani infatti è stato ritirato il passaporto, in mano hanno solo una fotocopia senza visto che potrebbe provocare molti problemi.



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Ultimo aggiornamento: 19:43

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