I primi nati del nuovo anno? Quasi tutti con origini straniere e i parti sono sempre di meno

Martedì 2 Gennaio 2024 di Loris Del Frate
Culle per i nuovi nati

PORDENONE - Sempre meno e sempre più multietnici. Già, perché primi nati del nuovo anno, almeno in provincia di Pordenone, sono decisamente pochi e il 2024 potrebbe essere addirittura peggiore dell’anno scorso sul conto finale dei neonati.

I dati parlano chiaro.

Il primo venuto alla luce in provincia di Pordenone è nato nel reparto di ostetricia del santa Maria degli Angeli. È un bimbo cinese anche se la famiglia vive e lavora in città. Erano le 2.15. Poco più di tre ore dopo, sempre a Pordenone, è nato un altro bimbo, figli di genitori italiani, nati e cresciuti in provincia di Pordenone. Nessuna delle due famiglie ha ritenuto, per la privacy, di fornire altri dettagli e quindi rispettiamo le volontà.

Alle 7.17, invece, al policlinico San Giorgio, è venuta alla luce una bimba, Camila Isabel, americana con entrambi i genitori che lavorano alla base Usaf di Aviano. Il parto della mamma è stato spontaneo e ad aiutarla l’ostetrica Eleonora Rossi e la ginecologa Chiara Braghin. Il fatto che la famiglia sia di origine americana fa supporre che una volta terminato il servizio nel pordenonese partirà per altri lidi.


IL MINIMO


In ogni caso tre neonati venuti alla luce sono il minimo sindacale. Lo scorso anno furono cinque, ma allora era attiva anche la maternità di San Vito, chiusa, in maniera frettolosa e senza grandi riguardi neppure per le donne che dovevano ancora partorire nella sede sanvitese. L’altra notte il silenzio del reparto, senza neppure un vagito, è stato emblematico della situazione che ha una duplice visione. La prima la chiusura di un punto nascita in provincia (vedremo ora se capiterà la stessa cosa in altri punti nascita della regione in cui, tra l’altro, nascono molti meno bimbi rispetto a quelli che venivano alla luce a San Vito). Il secondo, ancora più drammatico, il fatto che ci sono sempre meno nati e la provincia di Pordenone è una di quelle che patisce di più, pur avendo una comunità americana che di figli ne fa oltre un centinaio all’anno. I conti dei nati ora sono belli e fatti: a Pordenone siamo arrivati a poco più di novecento, mentre al Policlinico sono stati superati i 70, esattamente 708. A questi si sommano i 400 di San Vito prima della chiusura. 


LA SITUAZIONE


Resta il fatto che nel caso in cui le culle non avessero già dato una indicazione chiara, per capire il disastro al quale stiamo andando incontro c’è una indagine fatta dalla Cgia di Mestre che Mestre che mette a nudo come sarà il futuro seguendo questo trend. Il dato positivo è che in regione le cose vanno leggermente meglio che altrove, ma non è certo il caso di essere contenti o di sentirsi a posto. Negli ultimi dieci anni, infatti, è sceso di 5.330 unità il numero dei giovani in età lavorativa (15-34 anni). Questa contrazione della popolazione nella fascia più produttiva della vita lavorativa (pari al -2,3 per cento) ha, rispetto alle regioni del Sud (-15,1 per cento), una dimensione più contenuta. 


I PIÚ COLPITI


La contrazione ha interessato in Friuli le province di Udine e Pordenone, ma non la Venezia Giulia (Gorizia e Trieste), che, invece, hanno registrato risultati sorprendentemente positivi. Tuttavia, nei prossimi anni l’onda lunga della denatalità investirà con maggiore forza tutta la regione con effetti molto negativi.

Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 08:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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