Infarto al bar, 63enne salvato dalla barista: «Non chiamatemi eroe, ho solo aiutato un amico»

Mercoledì 25 Ottobre 2023 di Valeria Lipparini
La barista Ruslana Vodzyanska

TREVISO - Stavano chiacchierando, seduti ai tavolini del bar Al Tempo Perso, ai piedi del cavalcavia, in orario di chiusura. All'improvviso lui ha girato gli occhi all'insù, piegando la testa all'indietro, e si è accasciato sulla sedia. La donna che era con lui è la barista del locale, Ruslana Vodzyanska.

E il dramma, per ora a lieto fine, si è consumato in una manciata di minuti lunedì, alle 19,30.

IL DRAMMA
«L'ho preso per le spalle urlando "che scherzo stupido stai facendo?" ma ho sentito che era come morto. Ho preso paura e ho cominciato a tremare. Però ho reagito. Ho seguito un corso di primo soccorso e così mi sono detta che dovevo fare di tutto per salvarlo». La donna ha chiamato aiuto ed è accorsa la titolare della confinante gelateria. Insieme l'hanno steso a terra. Poi, mentre una chiamava i soccorsi, Ruslana ha cominciato a praticargli il massaggio cardiaco, insieme alla respirazione bocca a bocca. «Ero al telefono con un operatore del Suem che mi diceva di continuare nella manovra rianimatoria per tenerlo in vita fino all'arrivo dell'ambulanza. Così ho fatto. Per fortuna un passante, un signore che devo ringraziare, mi ha dato il cambio. Fare il massaggio cardiaco è particolarmente faticoso, ma non abbiamo mollato, nemmeno un istante». I sanitari del Suem 118 sono arrivati in un batter d'occhio, hanno preso in carico il paziente, C. D., 63 anni compiuti la scorsa settimana, artigiano posatore di parquet, e dopo averlo stabilizzato lo hanno ricoverato d'urgenza al Ca' Foncello. Prima di andarsene hanno detto a Ruslana che se il 63enne è vivo lo deve alla sua pronta reazione. «Se non ci fosse stata lei, non ce l'avrebbe fatta, mi hanno detto» racconta la barista che è ancora sotto choc.

CHI E'
Il 63enne è, infatti, un amico oltre che un cliente. «È un salutista, ordina centrifughe, spremute, a volte caffè. Mai "ombre". Stava bene e stavamo parlando quando, in un attimo, si è sentito male senza alcuna avvisaglia. I sanitari che lo hanno trasportato il ambulanza mi hanno detto che il suo quadro clinico è difficile perchè, oltre all'infarto, ha avuto anche un'emorragia cerebrale. Spero tantissimo che ce la faccia». Il titolare Diego Ugo aggiunge: «È un cliente che conosciamo molto bene. Siamo davvero dispiaciuti per quanto successo. Gli auguro una pronta guarigione e, appena starà meglio, gli offrirò una consumazione, quello che preferisce». Il titolare del Tempo Perso non era presente al momento dell'incidente. Sottolinea, però: «Tutti i dipendenti seguono un corso di primo soccorso. Questa volta è andata bene, almeno così speriamo tutti. Ma la paura è stata tanta». Lo conferma Ruslana: «Non sono riuscita a dormire. Avevo le chiavi dell'auto di C.D. e il suo cellulare, ho riconsegnato tutto al figlio che è venuto al bar all'1 di notte. Io ero ancora lì, ad aspettarlo. È stato davvero faticoso. E adesso spero soltanto che si rimetta e torni al bar a trovarci». Si asciuga una lacrima e dice: «Non chiamatemi eroina, angelo salvatrice. Non ho fatto niente di speciale. Ho soltanto aiutato un amico che stava male e rischiava di morire».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci