«Spogliano» le foto delle compagne con l'intelligenza artificiale, nelle scuole in arrivo i baby tutor contro i cyberbulli

Sabato 14 Ottobre 2023 di Maria Elena Pattaro
«Spogliano» le foto delle compagne con l'intelligenza artificiale, nelle scuole in arrivo i baby tutor contro i cyberbulli

TREVISO - Giovani “tutor” contro il cyberbullismo. Un’ondata di preoccupazione attraversa le scuole della Marca dopo i casi emersi in questi giorni e su cui ora indaga la polizia postale. Due studentesse (una delle medie, l’altra delle superiori) hanno scoperto di essere state spogliate dai loro compagni attraverso una app. I ragazzi hanno preso dai social scatti reali e poi, usando l’intelligenza artificiale, le hanno modificate in modo da farle sembrare nude. Un nudo molto realistico che ha fatto il giro delle chat


LA PROPOSTA
Le iniziative contro bullismo e cyberbullismo sono ormai entrate nel percorso formativo delle scuole di ogni ordine e grado. Eppure non basta. Casi come quelli emersi negli ultimi giorni dimostrano che c’è ancora tanta strada da fare. A Conegliano si è deciso di schierare in campo anche dei giovani formatori digitali: 12 studenti di quarta superiore aiuteranno i ragazzi di terza media a usare la rete in modo più consapevole. Il progetto, basato sulla “Peer education” (educazione tra pari), inizierà il 20 ottobre e andrà a inserirsi nelle attività promosse dall’associazione “Protetti in rete”. «Abbiamo ideato questo nuovo format - spiega l’assessore all’Istruzione Gianbruno Panizzutti -. Pensiamo che i ragazzi siano meglio disposti ad accettare i consigli di “fratelli maggiori” rispetto alla lezione di un adulto». I ragazzi delle medie sono un target particolarmente vulnerabile, come dimostra il recente caso di cronaca. Si parte dunque nella città del Cima, ma la proposta potrà essere esportata in tutta la provincia e gli incontri fra pari potranno essere affiancati a quelli con gli esperti e i rappresentanti delle forze dell’ordine. «Una delle domande che i ragazzi ci fanno più spesso è cosa si rischia in caso di cyberbullismo - spiega Panizzutti, informatico di professione -.

Molti di loro restano colpiti dalle conseguenze legali di certe azioni compiute con superficialità, per scherzo o solo per sentirsi più grandi. Non immaginano che, essendo minori, anche i loro genitori finiscono nei guai». 


IL CONSIGLIO
E le famiglie cosa possono fare? «Sicuramente controllare di più l’uso che i loro figli fanno della tecnologia - prosegue l’assessore -. Ai genitori infatti mostriamo le applicazioni a disposizione dei ragazzi, come quelle di deepfake (che creano cioè falsi molto realistici, ndr). È possibile impostare dei blocchi nei loro dispositivi per impedire il download di certe app o l’accesso a certi siti. Ma il consiglio che diamo, suggerito anche dagli psicologi, è fare un patto con gli adolescenti: io genitore ti concedo il cellulare e la sim, tu però condividi la password di accesso. In questo modo, sapendo che l’adulto ha accesso ai contenuti, i ragazzi ci penseranno due volte prima di condividere certe immagini e video». 

Ultimo aggiornamento: 10:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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