TREVISO - «Inutile girarci attorno: il lavoro non sta decollando». Giovanni Cher, presidente degli albergatori trevigiani, smorza gli entusiasmi per la ritrovata zona gialla, per la lenta ripresa dell'attività.
IL FUTURO
Le previsioni per i prossimi mesi non sono ottimistiche: «Ci attendiamo un anno in linea col 2020, dove il fatturato è calato mediamente dell'80% - ammette Cher - la gente magari spenderà per andare al mare o in montagna, non per visitare le città d'arte, come Treviso. Troppe incognite, a cominciare dagli orari e da cosa si potrà fare. L''unica cosa che può invertire la tendenza è vaccinare il più possibile». Federico Capraro, presidente dell'Ascom trevigiana e albergatore, allarga la previsione all'intero comparto del turismo: «Nonostante la zona gialla e la possibilità di muoversi di più, resta un ostacolo psicologico sulla ripresa. È vero, di prenotazioni non ce ne sono, il mercato estero è bloccato. Il settore turismo dà ormai per perso il mese di maggio, qualcosa di più sta vedendo per giugno».
LE COLLINE
La cartina tornasole dello stato di salute del turismo trevigiano è rappresentato dalle colline del Prosecco patrimonio dell'Umanità. Nemmeno il loro fascino riesce ad alzare il livello di fiducia: «Neanche nelle strutture ricettive di quella zona si stanno registrando prenotazioni per questo fine settimana o per i prossimi - osserva Capraro - qualcosa sta arrivando in vista dell'estate, ma parliamo di prenotazioni rimborsabili e facilmente annullabili. In quell'area però possono sperare in qualcosa di meglio quelle strutture con piscina, dove è possibile stare all'aperto. Ma, alla fine, dal punto di vista turistico, il 2021 non sarà molto migliore del 2020. Si lavorerà molto col mercato interno, quindi più con i fine settimana che con i periodi lunghi».
IN CITTÀ
Intanto tiene banco la decisione della giunta comunale di Treviso di trasformare lo storico Palazzo Scotti, chiuso da anni, in un piccolo albergo da 15 camere: «Va benissimo recuperare un edificio storico e molto bello - ammette Capraro - ma un albergo non porta un solo turista in più. Semmai è un supporto per altre iniziative. Quindi ci incontreremo col sindaco Mario Conte, sempre disponibile, per parlare di eventi e di soluzioni per portare gente in città». Sull'argomento è più drastico Cher: «Prima della pandemia, il tasso di occupazione dei posti letto in città era attorno al 50% - osserva - non servono quindi nuove strutture. Semmai serve migliorare gli alberghi che già ci sono».