Identificati 30 bulli per il coro sessista in autobus, «ma sono intoccabili»

Domenica 3 Marzo 2024 di Mauro Favaro
La stazione delle corriere di Treviso piena di gruppi di ragazzi

PIEVE DI SOLIGO -  I ragazzi che hanno intonato cori inneggianti allo stupro contro un’autista della Mom su una corriera tra Conegliano e Pieve di Soligo sono stati identificati. Non è stato difficile: i giovani, una trentina, quasi tutti minorenni, sono già noti alle forze dell’ordine e ai sindaci, così come agli stessi autisti. Ma adesso si è punto e a capo. Non si può fare nulla. Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei trasporti, ha invocato «un bel periodo di lavori socialmente utili».

La cosa, però, è complessa. «Credo che Salvini abbia ragione. Il problema è che oggi i ragazzi sanno che se la cavano al massimo con una tirata d’orecchi - dice Giacomo Colladon, presidente di Mom - se ci fosse invece un provvedimento serio, come appunto un periodo in lavori socialmente utili, sono sicuro che questi signorini ci penserebbero cento volte prima di fare quello che stanno facendo. Quindi si passi dalle parole ai fatti, e in tempi stretti». Un punto di vista condiviso da Stefano Soldan, sindaco di Pieve di Soligo: «Si devono creare le condizioni per rendere possibili i lavori socialmente utili - avverte - a parole è facile. Poi serve qualcuno che li segua, assicurazioni e così via».  Tanto più che senza denunce non si può procedere. E molti autisti, come confermato dai diretti interessati, tendono a non denunciare, sopportando fin quando è possibile, per paure di possibili ritorsioni da parte delle baby gang.

 
RASSEGNATO

«Sono per la tolleranza zero. Oggi siamo fin troppo garantisti. I ragazzi sono già conosciuti. Si spostano tra Conegliano e Pieve di Soligo. Personaggi che non hanno mai imparato l’educazione - allarga le braccia Soldan - con le buone, incontrando le famiglie, non abbiamo visto un miglioramento. Una causa persa. Le famiglie sono inserite a livello lavorativo, ma durante il giorno appunto lavorano per avere una vita migliore e i ragazzi lasciati un po’ allo sbando si rendono protagonisti di episodi del genere. L’unica cosa che si può fare è prendere provvedimenti se succede qualcosa». 
A patto che si denunci. «Deve esserci una denuncia per poter ad esempio immaginare dei Daspo urbani. Sarei anche dell’idea di non farli più salire a bordo degli autobus. Però non si può fare - continua il primo cittadino - tendiamo a essere troppo garantisti. Alle forze dell’ordine, in primis, dovrebbero essere dati gli strumenti per poter agire anche in modo diverso. In questa situazione chi non ha la predisposizione a rispettare la legge si sente legittimato a fare di tutto». 


I PROFILI

I ragazzi, è quanto emerso, sono figli di famiglie di origini straniere. Vivono nella zona di Pieve di Soligo e nei comuni vicini. E sono già stati indicati come responsabili di alcune scorribande nell’area del Biscione di Conegliano. In questo quadro, la collaborazione tra il Comune di Pieve e Mom è sempre stata stretta. Lo conferma anche la reazione a un altro caso di violenza, stavolta fisica. Il 18 gennaio un autista della Mom è stato preso a calci e pugni da un 17enne, sempre a Pieve. A fronte della denuncia, il municipio ha deciso di costituirsi parte civile. Resta il fatto che spesso il personale preferisce non avventurarsi in denunce, cercando di mettersi velocemente alle spalle quanto accaduto. «Andrebbero invece incoraggiati e sostenuti» sottolinea Soldan. 


LA SINERGIA

Per ora si va avanti così. «Quei signorini sono noti e il sindaco sta facendo da tempo un’azione con le famiglie meritevole di menzione. L’amministrazione di Pieve si sta impegnando, e non poco - conclude Colladon - da parte mia, è doveroso rimarcare il grande lavoro che fanno le donne e gli uomini autisti in Mom. Ricordo che sono sempre in prima linea e gestiscono le problematiche sempre in maniera eccellente. E va anche sottolineato che le forze dell’ordine sono sempre disponibili: quando vengono chiamate rispondono in tempi brevissimi e ci aiutano».

Ultimo aggiornamento: 20:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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