Una cena in casa tra sconosciuti: la nuova febbre del sabato sera

Domenica 20 Marzo 2022 di Elena Filini
Una cena in casa tra sconosciuti: la nuova febbre del sabato sera
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TREVISO -  Metti un sabato, il Piccolo Principe e una cena tra sconosciuti. Niente a che vedere con i soliti appuntamenti al buio. Niente di simile alle cene per single. Ma una riposta umana al dating. La voglia di uscire dalla comfort zone ed entrare in una casa privata per una cena tra sconosciuti. Poche persone riunite intorno a un tavolo. Si chiama tavolo conviviale ed è un esperimento sociale. A lanciarlo Michela Volpe, la vulcanica chef che dopo aver portato il ristorante in casa (l'ex Cavastropoi di piazzetta Sant'Andrea, ora Casastropoi), abbatte un'altra barriera.

Quella della convivialità tra sconosciuti. Possibile, e pure divertente. Ecco la cronaca della serata test.

LA SERATA

La cena era ispirata al Piccolo principe: del romanzo di Saint-Exulpèry la padrona ha tratto la tavola, i segnaposti e la filosofia della serata: prendersi del tempo per prendersi cura delle persone, per incrociare nuove traiettorie di senso. Sulla porta ci attende il sorriso di Michela. E, in sala da pranzo, Giorgio e Leonardo. La prima meraviglia è la tavola: gli amuse-bouche sono dei macaron salati, le stelline sono di pasta sfoglia e la panna cotta è con noci e parmigiano. Ci sediamo e davanti ad un Crémant, con spontaneità, si vira subito alla guerra. «Ci si sente quasi in imbarazzo ad essere immersi nella bellezza mentre alle porte di casa infuria la bufera» viene spontaneo dire. Si scivola poi sui customizzatori di magliette, su magliette customizzate che ti si ritorcono contro. Prima risata: c'è sintonia. Giorgio ha una parte di famiglia in Tunisia, iniziano ad intrecciarsi i fili. Tunisi, Nabeul, la bellezza di quella parte di Maghreb, la Primavera araba e quello che ne è seguito anche in termini di allontanamenti. «Per la generazione di mia madre la capitale era Parigi, quella Tunisia francofona non esiste più» scuote la testa. E davanti a noi appare un croque-monsieur. Giorgio si alza e imbraccia la macchina fotografica. Ti spiace? Gli piace la mano allungata sulla tavola in attesa di affondare il cucchiaio nel Soupe Potage. Scopriamo che anche la Francia ha il suo Vermentino. «È una piccolissima denominazione in Alsazia» avverte Michela.

LA CONVERSAZIONE

La discussione si sposta sul lavoro. «Ho passato anni a Milano come fotografo di moda» ci informa Giorgio. La passione gli è rimasta: conosce il mondo patinato perfettamente, l'amore per i podcast si intreccia esperienze professionali e incontri comuni. I lavori che ameresti e quelli che ti toccano: tutti iniziano ad esporsi un po'. Chi vorrebbe intervistare Rania di Giordania, chi fare i grandi pezzi con i personaggi di nera, chi ritornare alla metropoli, chi fare politica.

MOMENTI PIACEVOLI

E l'orologio cavalca, ma nessuno guarda l'ora. Certo, lo smart non si abbandona, ma a volte sembra più un disturbo che un complemento necessario Coq au vin: ovvero del lento macerare, del tempo necessario in tutte le professioni. «Chi fuma?» si apre un capitolo su pro e contro su pregi e difetti su quello che ci piacerebbe fare e quello che di fatto abbiamo il coraggio di mettere in pratica. Intanto Michela racconta di come ha scovato questo allevamento speciale, di come gli animali siano lasciati quasi allo stato brado nel loro ciclo di vita. Bio, sostenibilità e cibo: altro grande tema. E spunta una storia: due loro amici dal nulla hanno iniziato a produrre bio piscine. E vanno alla grande. La conversazione fluisce lieve, sarà il Beaujolai? È mezzanotte, tempo di dolci e caffè. Davanti al Paris Brest le riflessioni finali. E' bello, dopo due anni in cui il perimetro è stato quello recintato della famiglia e di pochissimi amici storici, prendere una boccata d'aria sociale. Grazie ad una serata non chiassosa, libera e inaspettata. Fino al finale con contro intervista a sorpresa dei compagni di tavolo. «Ho fatto di te il mio amico e ora per me sei unico al mondo»: questa è la frase che ha ispirato Michela. Sulla porta c'è una rosa per ciascuno, c'è un rapido scambio di mail e contatti social, e la strana sensazione di non sentirsi, per una volta, soli in mezzo alla gente. 

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