TREVISO - Casa di Lorenzo Da Ponte in vendita. Da anni. Ma ora arriva l'anatema di Riccardo Muti: «Una vergogna, un poeta che andrebbe studiato al liceo. E sui media si parla dei rapper, dei Maneskin, o Maneskot, non della vera cultura italiana». Il j'accuse del maestro dalla Fondazione Prada, ieri alla presentazione della Muti Italian Opera Academy, rimbalza a Vittorio Veneto dove l'amministrazione comunale sta facendo un lavoro di valorizzazione degli itinerari dapontiani e proprio due settimane fa ha inaugurato una targa sulla facciata dell'ultima dimora in città del concittadino illustre, librettista di Mozart. «Invito Riccardo Muti a Vittorio Veneto - fa sapere l'assessore alla cultura Antonella Uliana - grazie alla sua sensibilità e a questa sollecitazione potremo magari far nascere qualcosa di positivo».
C'è tutto un mondo nelle Memorie di Lorenzo Da Ponte: Treviso, Venezia, Gorizia, Vienna poi Dresda Londra e New York.
LA RICERCA
Per fortuna le risposte arrivano tutte dal catasto e dagli atti notarili: ed è così che De Nardi in circa 7 anni di lavoro riesce a ricostruire con definitiva esattezza i movimenti del celebre libertino, qui nato nel 1749 e morto a New York 89 anni dopo, e della sua famiglia. Bisogna rivolgersi a lui per conoscere davvero la storia della casa (quella vera), della scoperta e della situazione dell'immobile. Lo stabile si trova in via Manin: di proprietà della famiglia Paludetti è infatti un ex negozio di scarpe, «chiuso da oltre vent'anni. E da parecchio l'immobile è in vendita, da prima che si scoprisse che qui era nato Da Ponte». De Nardi, mosso dalla passione per il grande libertino e poeta, tre anni fa non solo ha fatto in proprio un progetto di ristrutturazione interna per far nascere un centro culturale dedicato a Lorenzo da Ponte, ma ha anche trovato una famiglia di industriali sensibili. Tutto si è arenato a causa della richiesta troppo alta da parte dei proprietari. «Avevo interessato una grande azienda di cucine del territorio. L'idea era realizzare un'acquisizione di mecenatismo culturale: la coppia aveva intenzione di aprire una Fondazione nel nome di Da Ponte. C'era anche il progetto della sala della musica e di tutta la redistribuzione dell'edificio. Purtroppo a fronte di una richiesta di vendita importante, non si è trovato l'accordo».
L'ANNUNCIO
L'annuncio immobiliare spacchetta in tre lotti la proprietà: valore del rustico 90 mila euro, valore della porzione di testa 132 mila valore del retro come lotto edificabile 189 mila: in totale la richiesta è di 421 mila euro. «Si tratta di una richiesta importante, e non è un caso se l'immobile sia in vendita da molti anni», commenta De Nardi. Non si è trovato l'accordo, e l'idea di una fondazione è rimasta solo tale. Le parole di Muti quindi potrebbero quindi riaprire un interesse verso l'immobile. «È quello che mi auguro. Oggi la casa è sul mercato a blocchi e io spero proprio che si riesca a dare corso ad un centro studi su Lorenzo da Ponte».
Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi raccoglie il lamento del Maestro Muti: «La casa di Lorenzo da Ponte impone un'attenzione da parte del ministero con un vincolo storico relazionale o l'acquisto diretto o in prelazione».
Anche il Comune aveva esplorato la possibilità di acquisire lo stabile. «In effetti - dice l'assessore Uliana - c'era stato un pensiero. Però il Comune da solo non ha la forza di reperire i fondi. Però credo che questa frase del maestro Muti sia il sintomo di grande amore e grande sensibilità. Io condivido il suo pensiero, le case dei grandi dovrebbero rimanere monumenti vivi alla loro memoria».