Volpago. Cane da caccia morde e uccide Birra, ospite del rifugio. L'associazione raccoglie firme contro i cacciatori

Sabato 9 Dicembre 2023 di Laura Bon
Cani

VOLPAGO (TREVISO) - Migliaia di persone hanno già firmato la petizione per vietare la caccia nei pressi del rifugio "Gioia". In pochi giorni, l'iniziativa avviata dalla Onlus che ha acquistato, sulla presa 14, una sede dove accudire i cani maltrattati ha sfiorato le 2500 firme. Una dimostrazione di quanto il problema rappresentato dalla presenza dei cacciatori in zone sensibili sia sentito. «Una parte dei cacciatori - afferma Sebastiano Guzzardi, presidente della onlus - non rispetta il limite dei 100 metri di distanza e, ad ogni sparo, i cani, già provati dai precedenti maltrattamenti, scappano e cercano di nascondersi negli angoli più nascosti provando un estremo disagio».

L'AGGRESSIONE

Pochi giorni fa è successo un fatto che ha colpito tutti. «Un cane, si suppone di un cacciatore - prosegue Gioia - lasciato libero ha aggredito il povero Birra con tre morsi, di cui uno fatale. Birra era un cagnolino di 6 anni di cui due passati orribilmente, gli altri 4 nel rifugio. Non ha potuto difendersi anche perché era intralciato dal guinzaglio». Ecco allora che la onlus Gioia Aps ha lanciato una petizione su Change.org per chiedere al prefetto e alle autorità competenti di vietare la caccia nei pressi del rifugio. «Dopo quasi 4 anni di vita assieme - si legge nella petizione - Birra aveva iniziato ad amare la vita, credendo in noi e in sé, tanto che si era riuscito ad insegnargli ad andare a guinzaglio, facendo addirittura delle cortissime passeggiatine lungo il vialetto boschivo di fronte ai nostri cancelli d'entrata. Durante una di queste passeggiate, è arrivato un cane da caccia vagante (libero e non si sa dove fosse il proprietario, si suppone un cacciatore).

Si sono azzuffati. In quella manciata di secondi, Birra è stato impedito, in quanto tenuto a guinzaglio ed ha ricevuto 3 morsi, di cui uno, purtroppo, assestato proprio bene. È morto poco dopo per emorragia interna».

PROBLEMI IRRISOLTI

E Gioia Protezione Animali racconta di aver avuto una prima sede ad una manciata di minuti dall'attuale, sempre nella medesima collina. «Nella prima sede, a Montebelluna - continua Gioia - in 4 anni non abbiamo mai riscontrato un problema con la condotta dei cacciatori, anche se riteniamo, comunque, la caccia aberrante. Nell'attuale sede, che abbiamo acquistato per far sì che resti per sempre in aiuto degli animali, stiamo invece riscontrando enormi problemi con i cacciatori. Sparano senza rispettare le distanze dei 100 metri, che ad ogni modo sono comunque irrisorie perchè i nostri animali sono comunque terrorizzati. I cagnolini che ci vivono, tutti provenienti da maltrattamenti, ad ogni sparo scappano a destra e sinistra imbucandosi negli angoli più remoti e nascondendo il muso. E gli spari continuano, incessanti, nonostante i nostri sforzi di allontanare i cacciatori, consumando le corde vocali». 

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