TREVISO - Provocato e psicologicamente provato uccise il padre Roberto con 26 coltellate: conto alla rovescia per lo studente 23enne Bruno Magri che, condannato a 8 anni dai giudici d’appello, nel giro di poche settimane potrebbe ottenere i primi permessi per uscire dal carcere e poi la semilibertà. Benefici ai quali sta lavorando l’avvocato difensore Alessandro Compagno che, nel frattempo, ha presentato ricorso per Cassazione, chiedendo un ulteriore sconto di pena di circa un anno. La tragedia, al culmine dell’ennesima furibonda lite, si consumò il 17 gennaio 2013 in una villetta di via Ghirada a Treviso, quando Bruno Magri, musicista e studente al conservatorio di Rovigo, uccise il padre Roberto Arrigo Magri, manager di 55 anni, colpendolo 26 volte con due diversi coltelli.
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