Uccide il papà a coltellate, figlio 22enne
impietrito e sotto choc davanti al corpo

Venerdì 18 Gennaio 2013 di Andrea Zambenedetti
Bruno Magri, il 22enne che ha colpito a morte il padre
TREVISO - Era immobile davanti al padre quando i carabinieri sono arrivati nell’appartamento di via Ghirada al civico uno. Bruno, 22 anni, studente, animo ribelle, aveva appena appoggiato il fendente con il quale per sei volte si era scagliato contro il genitore. Quando il cuore dell’uomo ha smesso di battere anche il ragazzo si fermato: ed rimasto immobile, impietrito, a guardarlo.



Roberto Magri, stimato manager della Swiss Avio Engineering, da pochissimo senza lavoro, era in una pozza di sangue. Privo di vita. Una scena terribile che la madre e un vicino di casa hanno descritto ai carabinieri al telefono. Quando i militari sono arrivati nella stanza il ragazzo era in evidente stato di choc. Bruno non è riuscito a proferire verbo nè a giustificare in alcun modo tutto quel sangue. È stata proprio la madre, dopo aver visto la lite tra il marito e il figlio, a urlare attirando l’attenzione di un vicino di casa. L’uomo non ha avuto un attimo di esitazione ed ha immediatamente composto il numero dei soccorsi e quello delle forze dell’ordine.



I carabinieri del nucleo Investigativo e del reparto Operativo sono arrivati in pochi minuti nel elegante palazzina che si trova in uno dei più prestigiosi quartieri della città. Il giovane è stato immediatamente posto in stato di fermo ed accompagnato in via Cornarotta dove è stato sentito dal comandante provinciale dei carabinieri Gianfranco Lusito e dal pubblico ministero Valeria Sanzari. Agli inquirenti il ragazzo ha dovuto dar conto degli attriti con il padre. Della loro convivenza conflittuale e delle liti che con il passare dei giorni si sono fatte sempre più frequenti. Una relazione incrinata così irrimediabilmente da spingere il ragazzo a rifiutare il cognome "Magri" e a farsi chiamare con quello della mamma "De Waal".



Già da oggi Bruno dovrà anche giustificare il raptus, l’impeto che lo ha spinto ad impugnare un coltello e ad avventarsi sul padre. Una foga tale da ucciderlo. Sarà ora l’esame autoptico a stabilire l’esatta sequenza delle coltellate. E a chiarire quindi se l’uomo sia morto immediatamente e poi il figlio abbia infierito su di lui o se il giovane abbia continuato a colpirlo fino a quando il suo cuore non ha cessato di battere. Già dalla tarda serata di ieri nella palazina di via Ghirada si sono messi al lavoro anche i carabinieri del nucleo Investigativo, specializzati nei rilievi scientifici e tecnici. Riscontri e prove utili a ricostruire il contesto in cui è avvenuto il raptus ma non il movente. Un punto cardine della vicenda che a questo punto solo lui potrà chiarire.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 21:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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