ROVIGO - Sul turismo veneto è tornato il sereno dopo le nubi della pandemia. Seppur marginale, rispetto alle cifre da capogiro del resto della regione, anche il Polesine, che proprio per il suo esser fuori dai circuiti di grande visitazione internazionale e da quelli della grande convegnistica, aveva subìto meno i contraccolpi del Covid sul turismo, sfodera numeri più alti del 2019. Polesine dove turismo sembra far rima solo con mare, perché sono i comuni litoranei e il periodo estivo ad assorbire quasi l’intera torta dei flussi di visitazione.
I NUMERI
Secondo i dati provvisori diffusi dall’Ufficio statistico regionale, nel periodo gennaio-settembre le presenze turistiche, che corrispondono al numero di pernottamenti all’interno di strutture ricettive, siano esse alberghiere o extralberghiere, sono state un milione e mezzo.
Nel 2023 i numeri sono migliori, anche di quell’anno nero, perché solo da gennaio a settembre le presenze sono già 1.500.925. E 868.429 solo fra luglio e agosto. Seppur si tratti di elaborazioni provvisorie, si registra una crescita del 7,6 rispetto ai primi tre trimestri dello scorso anno, quando le presenze erano state 1.395.000. Ma una crescita, di 1,4%, si registra anche rispetto all’ultimo anno pre-pandemia, il 2019, quando le presenze da gennaio a settembre in Polesine erano state 1.480.000. Crescita made in Italy, perché le presenze straniere, seppur aumentate dalle 626mila di un anno fa alle 667mila di quest’anno, il 6,6% in più, sono ancora lontane dalle 727mila del 2019, con un gap pari al meno 8,3%. Le presente italiane, invece, si sono attestate a 834mila, ben 10,7% in più rispetto alle 769mila del 2022 e 8,4% in più delle 753mila del 2019.
LA RICETTIVITÀ
Fra l’altro, le strutture alberghiere polesane segnano il passo, con appena 228mila presenze, che sono sì l’11% in più rispetto al 2022, ma esattamente la stessa quota, il meno 11,1% rispetto al 2019 quando ne avevano raccolte 256mila. Le presenze nelle strutture extralberghiere, invece, che nel 2022 erano state 1.190.000, quest’anno sono arrivate a 1.273.000. Il 4% in più anche rispetto al 2019, quando erano state 1.224.000. Il dato, in linea con quello che si registra in tutta la regione, sembrerebbe essere anche un portato delle nuove forme di ospitalità, con i bed&breakfast che sembrano iniziare a prendere piede anche in Polesine. A Rovigo e frazioni se ne contano ormai 33 attivi sul sito Airbnb, una ventina ad Adria e quasi 500 nelle zone del Delta, 293 solo a Rosolina Mare. Proprio Rosolina è il comune che da solo assorbe più dei due terzi delle presenze della provincia: 1.067.752. Porto Tolle segue con 234.145, mentre Rovigo si deve accontentare del terzo gradino del podio, a grande distanza, con 57.343 presenze. Poi c’è Occhiobello con 38.774, Porto Viro con 15.601 e Polesella con 13.782, che riesce a lasciarsi alle spalle Adria, con 13.428. In coda gli unici due comuni a non arrivare al migliaio: Trecenta con 679 e Pincara con 365.