Contro lo spreco alimentare, a Rovigo migliaia di quintali di cibo recuperati e distribuiti con "Bandiera gialla"

Domenica 14 Agosto 2022 di Nicola Astolfi
Alcuni dei volontari della rete di Bandiera Gialla addetti al recupero di frutta e verdura

ROVIGO - In Italia si stima che ogni giorno vengano buttati via non solo circa 13 mila quintali di pane, ma quasi 109.600 quintali di cibo. Ogni giorno. Poi però, ogni giorno, c’è anche chi si dà da fare per evitare lo spreco alimentare. In Polesine l’organizzazione di volontariato Bandiera gialla ha cominciato con il Progetto Orti di Lusia, presentato nel maggio 2016, e ha ampliato progressivamente la rete di contrasto allo spreco alimentare, con il riciclo e il riuso nella solidarietà. Le eccedenze alimentari, infatti, sono raccolte e redistribuite a beneficio di chi è in difficoltà economiche, secondo i parametri Isee, attraverso le 84 associazioni di volontariato con le quali la Odv guidata da Davide Sergio Rossi opera in rete.

ECCEDENZE E RICICLO 
Cinque anni fa Bandiera gialla operava con 27 associazioni locali e una trentina di propri volontari. Nel 2017, così, aveva contato 1.060 quintali di ortaggi e frutta recuperati al mercato ortifrutticolo di Lusia più circa 20mila pani. A fine 2021 ha quantificato - dall’inizio delle attività di raccolta delle eccedenze - in 10.770 quintali la frutta e verdura recuperate a Lusia dal mercato locale e con il Consorzio Translusia (+36% rispetto ai 7.935 quintali raggiunti a fine 2020). E in 320mila pezzi il recupero del pane che altrimenti sarebbe andato sprecato. In tutto, all’Emporio della solidarietà del Polesine per la raccolta delle eccedenze, avviato in collaborazione con il Centro servizio volontariato di Padova e Rovigo e con il Comune di Rovigo, e contando anche sull’accesso alle forniture del Banco Alimentare Veneto, a fine 2021 l’approvvigionamento a contrasto della povertà alimentare di persone e famiglie indigenti ha raggiunto un valore prudenziale superiore a 1,5 milioni (1.560.000 euro).

LE FALLE NELLA RETE
È una cifra destinata a salire dopo che dallo scorso maggio Bandiera gialla Odv è in filiera anche nel programma di aiuti europei Fead, che ogni giorno recupera derrate ed eccedenze nella filiera alimentare, dai supermercati, da aziende e grossisti, integrate dalle donazioni di privati. E così il gruppo di volontari attivi all’Emporio - in turni di tre ore l’uno, con una rotazione di uno o due turni la settimana a persona - supera quota 60. «La collaborazione e le convenzioni con attività commerciali, enti e privati - spiega Luigi Paulon per Bandiera gialla Odv - include tra gli altri i supermercati Conad e Lidl a Rovigo e Lendinara, al centro commerciale 13 a Rovigo e poi Interspar Rovigo e Anguillara Veneta, e oltre alla Cooperativa ortofrutticoltori di Lusia anche il Forno di Arnaldo a Rovigo e il Panificio Piccolo ancora a Lusia. Con il pane, ad esempio, possiamo arrivare a 3mila pezzi raccolti ogni settimana. E la filiera del non buttare mai nulla viene sempre mantenuta. Il pane residuale che non ha più certe qualità, va destinato all’uso animale». «Purtroppo però - continua Paulon - ci sono supermercati che preferiscono buttare le eccedenze anziché donarle: tengono in vendita i prodotti fino all’ultimo, anziché ritirarli in anticipo, e poi devono buttarli una volta scaduti. Bisogna poi fare chiarezza tra il tempo di consumo “preferibilmente entro” e l’effettiva scadenza - precisa Paulon -. Prodotti come pasta, biscotti, riso e cracker, ad esempio, possono essere consumati fino a 6 mesi dopo il “best before”. Lo stesso per il latte Uht a lunga scadenza, salse e succhi di frutta, merendine, dolci e panettoni. Ed è così anche per legumi, pelati e confetture. Mentre il tempo consigliato di consumo dopo il “preferibilmente entro” arriva a 12 mesi per carne, tonno e conserve sott’olio e per l’acqua, olio, caffè e cacao».

LE DATE DI SCADENZA 
Succede così che per ogni supermercato che «butta via i biscotti dopo la data di scadenza “preferibilmente entro”, per noi che facciamo solidarietà avrebbero invece vita alimentare per altri sei mesi». «Capiamo le esigenze della rete commerciale - aggiunge il presidente di Bandiera gialla Odv Davide Sergio Rossi -, ma a seconda della categoria di prodotto e sempre con tracciamento digitale di ogni collo recuperato o ricevuto, che avviene attraverso il software gestionale che abbiamo in uso grazie al sostegno ricevuto dalla Fondazione Cariparo, per noi questa seconda vita alimentare può variare di diversi mesi». Davvero preziosi per chi è in difficoltà economica. E soprattutto di questi tempi, che fanno contare oltre 500 famiglie polesane seguite dalla filiera di volontariato locale con a capo Bandiera gialla Odv, e inoltre 140 nuclei familiari formati da profughi dall’Ucraina sostenuti con le spese della solidarietà che non si ferma mai.
 

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