PORTO VIRO - Condanne per complessivi 48 anni di carcere sono state inflitte alla banda di giostrai accusata di aver messo a segno, tra febbraio e settembre 2019, quattordici colpi ai bancomat di uffici postali e istituti di credito in tutto il Nordest e in Emilia Romagna.
Il tribunale ha peraltro disposto, su richiesta di Poste Italiane, costituitasi parte civile, la conversione del sequestro preventivo operato il 21 ottobre 2019, in occasione degli arresti, in sequestro conservativo fino alla concorrenza del credito riconosciuto. Jody, Emanuele e Vivian Garbin, e Maicol Major sono stati inoltre condannati al pagamento delle spese di mantenimento in carcere. Per due di loro Emanuele e Vivian Garbin - il tribunale ha però disposto l'immediata liberazione in quanto il tempo trascorso in custodia cautelare risulta superiore alla pena inflitta per il reato più grave, a titolo di aumento in continuazione con le altre imputazioni. I giudici hanno poi disposto la confisca e la distruzione delle marmotte e degli arnesi da scasso sotto sequestro dal giorno del blitz messo a segno dai carabinieri di Padova e Treviso. Condannato infine a un anno e tre mesi di reclusione, oltre a 5mila euro di multa, Luca Marcato, 49 anni, di Legnaro, che doveva rispondere di ricettazione.
GLI ASSALTI
Il quartetto era accusato di aver portato a termine quattordici assalti a banche e uffici postali. Il primo a Limena (Padova), gli altri a San Giovanni Lupatoto (Verona), Torri di Quartesolo (Vicenza), San Giorgio in Bosco, Borgoricco, Villaverla (Vicenza), Laives (Bolzano), Egna (Bolzano), Fonzaso (Belluno), Porto Viro, Porcia (Pordenone), Cortina all'Adige (Bolzano) e Borgo Valsugana (Trento); altri cinque raid non erano andati a buon fine.
In totale la banda era riuscita ad arraffare un bottino di 320 mila euro. I colpi venivano messi a segno rubando auto e targhe, e a volte anche i telepass per entrare in autostrada. Durante le trasferte in Belgio, dove ha compiuto altre scorribande, Jody Garbin veniva istruito sulla lingua sinti da un capo dei giostrai ora recluso. La rapina veniva chiamata zorli, mentre il kalashnikov era definito timaienghero. Ignari di essere intercettati i giostrai chiamavano i soldi love. Tutti escamotage nel tentativo di sfuggire al controllo dei carabinieri.