Rovigo. Tanti laureati ma pochi restano: dal Polesine i giovani scappano più che nel resto del Nord Italia

A pesare sullo "spopolamento di titolati" del Polesine, tuttavia è più la fuga verso altre zone d'Italia piuttosto che verso l'estero

Lunedì 17 Luglio 2023 di Francesco Campi
I rodigini scappano dopo la laurea

ROVIGO - La grande fuga dei laureati. Che in Polesine già non sono poi tantissimi. Anzi, la quota dei residenti in provincia di Rovigo fra i 25 e i 49 anni con un titolo di studio terziario, quindi anche un diploma di tecnico superiore, nel 2020, secondo le elaborazioni della Fondazione Openpolis su dati Istat, era pari al 19%, la più basso fra le province venete, con la media regionale pari al 21,1%. A guidare la classifica veneta è la provincia di Padova, con il 23%, trainata dal capoluogo con ben il 44,2%.

Iscrizione all'università

A livello comunale, ci sono forti variazioni, dal 31,8% del capoluogo Rovigo al 10,4% di Villanova Marchesana, preceduta da Porto Tolle con l'11% e Loreo con il 14,4%. Alle spalle di Rovigo c'è Adria con il 26%. Sopra il 20% si trovano poi anche Villamarzana, Occhiobello, Pontecchio, Gaiba Arquà, Castelmassa, Costa, Ceregnano, Stienta, Calto, Lendinara, Badia, Fratta, Fiesso e Trecenta. Eppure, il tasso di iscrizione all'università degli studenti polesani dopo il diploma non è particolarmente basso: nel 2019 era il 51,2%, la seconda percentuale più alta del Veneto dopo Padova con il 56,5%, più di Venezia 50,5%, Verona, 49,4%, Treviso 49,1%, Vicenza 48,2%, Belluno 44,9%.

Ad abbassare la quota di residenti laureati, dunque, è anche il fatto che i polesani in possesso di laurea si spostino lontano da casa.

Fuga dal Polesine

Come emerge dal Rapporto annuale Istat 2023, il tasso migratorio netto dei laureati fra 25 e 34 anni della provincia di Rovigo è pari al -25,9 per mille laureati, come media del periodo 2019-2021, il più alto di tutto il Centro-Nord Italia e superato solo da quello di alcune province meridionali. Ma, per esempio non da Bari, -22,8 per mille, mentre è esattamente pari al valore che si registra a Catania. Per capire la differenza con le altre province venete, a Padova, città universitaria per eccellenza il valore è addirittura in terreno positivo, +8,3 per mille, anche a Verona, +6 per mille, ma nessuna si avvicina anche lontanamente alla cifra polesana: Treviso -5,5 per mille, Vicenza -9,4, Venezia -10,3 e Belluno -12,7, penultimo in regione ma con un valore inferiore alla metà di quello di Rovigo.

Ciao giovani

«Il fenomeno degli espatri dei giovani laureati - spiega l'Istat - se temporaneo, può rappresentare un'esperienza di crescita professionale o lavorativa che arricchisce il bagaglio culturale e di competenze e che può essere reinvestito al rientro in patria. Al contrario, se irreversibile, si traduce in una perdita di capitale umano, tanto maggiore quanto più elevato il titolo di studio di chi si trasferisce, che impoverisce il potenziale di crescita del Paese di origine, depauperandolo di risorse qualificate. Durante il periodo 2010-2021, l'andamento delle emigrazioni dei laureati italiani è stato crescente, fino al 2020, anno in cui il numero di espatri di 25-34enni in possesso di almeno la laurea ha superato le 18 mila unità. L'inatteso valore, tanto più elevato se si considera che è stato registrato nel 2020, caratterizzato da limitazioni alla mobilità per contrastare la pandemia, potrebbe in parte essere un effetto indotto dall'uscita del Regno Unito dall'Unione europea. Il 2021 è, invece, caratterizzato da un calo generale degli espatri e un aumento dei rimpatri di giovani laureati, che riduce solo in parte la perdita di capitale umano osservata tra il 2010 e il 2021». A pesare sullo "spopolamento di titolati" del Polesine, tuttavia è più la fuga verso altre zone d'Italia piuttosto che verso l'estero.

La migrazione

Il tasso migratorio netto provinciale con l'estero dei laureati di 25-34 anni in Polesine è pari al -7,2 per mille. Un valore elevato a non troppo lontano dal dato medio nazionale, -5,7 per mille. E a Treviso è il -8,1 per mille e a Vicenza il -9 per mille, Nelle altre province venete i valori sono inferiori ma non di molto: a Padova e Venezia -6,9 per mille, a Belluno -6,3, mentre a Verona -5,2, l'unica sotto la media nazionale. Il tasso migratorio interno, invece, vede il Polesine far registrare un -18,7 per mille. Valori più elevati si trovano solo dal basso Lazio in giù. Per dire, a Padova è addirittura in positivo, +15,2 per mille, così come a Verona, +11,2 per mille, ed a Treviso +2,6 per mille- A Vicenza è prossimo allo zero, -0,4 per mille, mentre a Venezia e il -3,4 per mille ed a Belluno il -6,4 per mille. 

Ultimo aggiornamento: 13:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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