ROVIGO - È finito con un proscioglimento per prescrizione del reato il processo per omicidio colposo che vedeva imputata un medico del Dipartimento di salute mentale di Rovigo per il suicidio di un giovane di 21 anni, DP, che si era tolto la vita all'ospedale cittadino il 5 aprile 2016.
Il 21enne era stato ricoverato a Rovigo il giorno prima di togliersi la vita, dopo essere andato a sbattere volontariamente contro un guardrail in tangenziale, poco distante dall'ospedale, e aveva dichiarato di averlo fatto per togliersi la vita. Secondo l'accusa, il personale sanitario avrebbe dovuto disporre l'immediato ricovero in psichiatria e organizzare un servizio di vigilanza sul paziente, che sfuggì al controllo della madre e si gettò dalla tromba delle scale. All'udienza di oggi il giudice monocratico Sara Zen ha emesso sentenza di non luogo a procedere nei confronti dell'unica imputata, per intervenuta prescrizione. Il procedimento civile promosso parallelamente dal padre è invece arrivato ad una sentenza di secondo grado che gli riconosce un risarcimento di 220mila euro.