Scoppia un focalio in carcere: un detenuto e 17 agenti positivi. Bloccate tutte le visite

Mercoledì 15 Dicembre 2021
Il carcere di Rovigo

ROVIGO - Si allunga ancora la scia di lutti che il passaggio del Covid  sta lasciando in Polesine. E sono ben due le persone che si sono spente nelle ultime ore, un 75enne di Adria, che era ricoverato in Area medica e semintensiva pneumologica al San Luca, e un 72enne di Lendinara che invece si trovava in Terapia intensiva. Entrambi vaccinati ed entrambi, tuttavia, con un quadro di base già segnato da altre patologie.
Il numero complessivo dei polesani che si sono spenti con positività al Covid sale così a 567, mentre sale a sei vittime il bilancio delle prime due settimane di dicembre.

NUOVI CASI
Intanto il contagio non si arresta, con altre 89 nuove positività di giornata e con il virus che entra anche all'interno del carcere. A confermarlo il garante dei detenuti, l'architetto Guido Pietropoli: «Mi ero presentato per visitare la casa circondariale e non mi hanno fatto entrare. Ho parlato al telefono con la comandante Sara Milani e mi ha confermato che era emersa la positività di un detenuto, per questo sono state sospese anche tutte le attività trattamentali. Ci stati recentemente dei casi fra gli agenti, ma questo, dopo il focolaio dello scorso marzo, è il primo fra detenuti di questa nuova fase. Ora sono in corso i tamponi a tappeto».
In realtà i contagi fra gli agenti hanno rappresentato un vero e proprio focolaio perché al momento sono 17 quelli attualmente positivi.

RICOVERI
Anche la situazione ospedaliera resta pesante. Nonostante la dolorosa scomparsa di due pazienti, restano 69 i ricoverati, con sempre cinque pazienti in Terapia intensiva, uno in Unità di terapia intensiva coronarica a Rovigo, 35 in Area medica e semintensiva a Trecenta, 17 nell'ospedale di comunità Covid sempre a Trecenta, 9 in Malattie infettive a Rovigo, dove ci sono anche un ricoverato positivo in Psichiatria e una in Ostetricia e ginecologia.
«Siamo messi male per quanto riguarda l'andamento Covid - ammette il direttore generale Patrizia Simionato - cerchiamo di mettere in campo tutte le risorse disponibili e di organizzarci al meglio per rispondere a tutte le necessità, da quelle ordinarie, che si mantengono, a quelle vaccinali, di assistenza dei pazienti positivi, di tracciamento e di esecuzione dei tamponi. È chiaro che tutto questo richiede una continua riorganizzazione e uno sforzo molto significativo che si chiede al personale».

STOP AGLI INTERVENTI
Una riorganizzazione che passa anche per le disposizioni regionali. E una circolare inviata dal direttore generale della Sanità del Veneto, Luciano Flor, apre alla sospensione degli interventi chirurgici programmati che prevedano un successivo ricovero in Terapia intensiva. Il direttore sanitario Alberto Rigo, illustrando la riorganizzazione avviata dalla scorsa settimana, con la sospensione delle attività ordinarie a Trecenta e la riduzione di quelle chirurgiche ordinarie differibili a Rovigo e Adria, ha spiegato come «anche qui siamo in fase gialla per i ricoveri Covid e si rende necessaria anche una stretta sulle visite ai pazienti, con l'esecuzione del tampone per l'accesso nelle aree a rischio oltre al green pass rinforzato».
Ha poi evidenziato come «i nostri ospedali sono sotto pressione anche per i ricoveri ordinari, perché stiamo aiutando l'Ulss 6 che sta attraversando ancora difficoltà dovute all'attacco hacker subito». Anche per questo gli stessi Covid Point si sono trovati a far fronte a carichi enormi.
Delle 83 nuove positività di ieri, 70 sono state riscontrate in persone erano già tracciate e isolate dal Sisp. Le 51 nuove guarigioni rallentano la crescita delle persone con positività in corso, ieri arrivate a 1.382, mentre sono 2.929 le persone in isolamento domiciliare. Stabili a 16 i contagi nelle Rsa. Le terze dosi, intanto, lunedì sono arrivate a quota 52.453, pari al 51,3% della platea potenziale.
 

Ultimo aggiornamento: 12:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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