TRIESTE - Anche il Friuli Venezia Giulia si è mobilitato per lo sciopero generale della scuola pubblica indetto dalle segreterie regionali Snals, Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola: l'adesione si è aggirata attorno al 35-40%. L'azione di protesta ha interessato 23mila lavoratori della scuola pubblica, dell'università e degli enti di ricerca, mobilitati per il rinnovo del contratto, fermo al 2009, per la stabilizzazione dei precari, per nuove assunzioni di personale Ata, contro la legge 107/2005 (quella sulla cosiddetta Buona Scuola) e i tagli all’istruzione e alla conoscenza. Negli ultimi tre anni, il Friuli Venezia Giulia ha perso 1200 docenti e 800 Ata. Denunciati anche i tagli al personale tecnico, che in regione ha determinato un “buco” di 150 posti, cui si somma un fabbisogno di almeno un’ottantina di dirigenti scolastici e amministrativi.
La manifestazione regionale si è svolta in Piazza della Borsa e ha visto la partecipazione di circa 300 persone. Tra gli interventi anche quello di Matteo Slataper, coordinatore regionale università della Flc-Cgil Fvg, che ha sottolineato i nefasti effetti dei tagli sugli atenei, a danno soprattutto delle stabilizzazioni e dei salari dei ricercatori italiani, costretti spesso a emigrare per vedere riconosciute le proprie capacità. Tanti anche i lavoratori giunti da Udine e Pordenone. «La buona scuola non c'è - è stato detto - nelle scuole non si parla più, si corre e basta. La scuola è in sofferenza, perchè nessuno interviene? Perchè lo Stato non stabilizza e il privato sì? Occorre riprendere il dialogo, speriamo che il Governo rinsavisca».
© RIPRODUZIONE RISERVATA La manifestazione regionale si è svolta in Piazza della Borsa e ha visto la partecipazione di circa 300 persone. Tra gli interventi anche quello di Matteo Slataper, coordinatore regionale università della Flc-Cgil Fvg, che ha sottolineato i nefasti effetti dei tagli sugli atenei, a danno soprattutto delle stabilizzazioni e dei salari dei ricercatori italiani, costretti spesso a emigrare per vedere riconosciute le proprie capacità. Tanti anche i lavoratori giunti da Udine e Pordenone. «La buona scuola non c'è - è stato detto - nelle scuole non si parla più, si corre e basta. La scuola è in sofferenza, perchè nessuno interviene? Perchè lo Stato non stabilizza e il privato sì? Occorre riprendere il dialogo, speriamo che il Governo rinsavisca».