Serracchiani nella segreteria di Renzi:
«Lui è davvero l'ultima spiaggia»

Martedì 10 Dicembre 2013 di Maurizio Bait
Serracchiani nella segreteria di Renzi: «Lui è davvero l'ultima spiaggia»
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TRIESTE - «Dobbiamo cambiare il Paese, ora o mai più. I "forconi" e in genere la protesta comincia a manifestarsi. Scegliendo Matteo Renzi la gente ha riposto l’ultima speranza». Debora Serracchiani, la presidente del Friuli Venezia Giulia, è stata chiamata dal neo-segretario del Pd a reggere nella sua squadra la delega nazionale delle Infrastrutture, una sfida insieme italiana e del Nordest.



Presidente, lei però in segreteria già c’era con Epifani.

«Ho dato una mano, certo, ma con Renzi da tempo si è cementata un’amicizia che ha permesso quel gioco di squadra vincente che ora dobbiamo praticare per il Paese, dimostrando di essere capaci».



La stampa internazionale lo definisce il Tony Blair d’Italia. Azzeccato?

«Abbastanza, direi. In effetti anche il Blair della fase iniziale voleva imprimere una forte accelerazione al cambiamento, come noi oggi».



Però fra il dire e il fare...

«C’è di mezzo la necessità di far accettare al Paese un cambiamento profondo, generale e vero. Occorre cambiare il volto dell’Italia attraverso scelte importanti per una società che sta a sua volta cambiando rapidamente».

Ed è sempre più arrabbiata.

«L’urgenza è al massimo. In realtà Renzi e noi tutti abbiamo una responsabilità enorme. Un compito che è complicato ma insieme anche esaltante. Il Paese può inventarsi il cambiamento, deve farlo».



Con Enrico Letta a palazzo Chigi?

«Se il Governo farà veramente le riforme, certo che sì».



E lei crede che le farà qui e ora?

«Lo credo, anche perché adesso con Renzi alla guida del Pd c’è una forte spinta nuova. E poi sono convinta che Letta avverta a sua volta questa necessità assoluta. Perciò subito riforme istituzionali e costi della politica. Altrimenti, come dice Matteo, ci portano via».

Questo per l’Italia. E per il Nordest?

«Voglio esercitare fino in fondo il privilegio di rappresentare la mia Regione e il Nordest al Pd nazionale. Mi occupo di infrastrutture e trasporti, un fronte faticoso e difficile».

Terza corsia A4 ma non solo.

«Ecco, non solo. Anche il sistema ferroviario e i suoi nodi da scogliere e la portualità da far giocare con la stessa maglia».



Finora, però, a dispetto degli intenti dichiarati di accordi non se ne vedono.

«Il vero problema è far accettare a Trieste e Venezia che ciascuno deve capire il proprio "mestiere". Chi fa che cosa. Ma l’accordo andrà fatto, anche perché è una strada obbligata».
Ultimo aggiornamento: 15:48

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