Il Passante, il Mose e Giancarlo Galan: Silvio Berlusconi e il forte legame con il Nordest

Lunedì 12 Giugno 2023 di Alda Vanzan
Silvio Berlusconi con l'ex presidente del Veneto Giancarlo Galan alla posa della prima pietra del Mose

Battesimi, matrimoni, funerali. Autostrade e dighe. Lieti eventi e disastri. Gaffe e outing. Visite ufficiali e visite in incognito, come quell’8 dicembre 2008 quando arrivò a Murano per comprare in una vetreria i regali di Natale al presidente russo Vladimir Putin e al ristorante intrattenne i commensali - e pure la cronista invitata a prendere il caffè - con le sue proverbiali barzellette. «La sapete quella di Berlusconi e Veronica che fanno shopping? Ecco, c’è Berlusconi entusiasta davanti alle vetrine: “5 euro un paio di jeans?! 4 euro una gonna?! 12 euro un vestito?! Ma che prezzi convenienti! E Veronica: Silvio, è una tintoria».
Silvio Berlusconi aveva un rapporto stretto con il Veneto e il Nordest. Qui ha fatto crescere parte della classe dirigente di Forza Italia, pescando magari in Publitalia: nel 1995 Giancarlo Galan era pressoché sconosciuto quando venne candidato, poi vincitore per tre lustri, alla presidenza della Regione Veneto. Qui ha trovato i suoi più stretti difensori, sia nelle aule giudiziarie (gli avvocati Niccolò Ghedini e Pietro Longo) sia dentro e fuori il Parlamento (Maria Elisabetta Alberti Casellati era sottosegretaria alla Giustizia quando nel 2011 dichiarò che davvero il premier credeva che Ruby Rubacuori fosse la nipote di Hosni Mubarak, idem Maurizio Paniz).

Qui ha inaugurato alcune tra le più rilevanti opere pubbliche del Paese, come il Passante di Mestre e il Mose di Venezia. E qui, per un attimo, pareva avesse trovato nel sindaco lagunare Luigi Brugnaro il suo delfino. Ma, appunto, fu solo un attimo. Come quando, giovanotto, abituale frequentatore dei primi concorsi per voci nuove di Vittorio Salvetti, si esibiva al Pedrocchi di Padova. Nome d’arte: Silvio Glori.

 

OPERE E DISASTRI
Il 14 maggio 2003, dopo 37 anni di discussioni e progetti, a Venezia partono i lavori del Mose, il MOdulo Sperimentale Elettromeccanico per difendere la città dalle acque alte, dighe mobili che sarebbero state testate solo 17 anni dopo. L’allora premier Berlusconi è il “presidente operaio” che, rubata di mano la cazzuola a un capomastro, completa la chiusura della pergamena celebrativa mentre il governatore Galan gli regge un secchio di cemento. Pochi mesi dopo, l’11 dicembre 2004, a Bonisiolo di Mogliano pianta il primo chiodo del Passante autostradale di Mestre: lo inaugurerà l’8 febbraio 2009.
Nel ponte di Ognissanti del 2010, mezzo Veneto va sott’acqua: 121 i comuni alluvionati, mezzo milione le persone colpite dall’evento. Il premier arriva in sopralluogo a Padova, davanti alla prefettura ci sono manifestazioni e cariche della polizia. Tensione anche a Vicenza. A Verona assicura: «I primi aiuti saranno sostanziosi e immediati». Nove anni dopo ancora maltempo, il 12 novembre 2019 a Venezia è Aqua Granda con un picco di 187 centimetri. Berlusconi indossa gli stivaloni e visita la città: «Sarebbe una follia non finire in fretta il Mose e non metterlo in funzione».

AMICI E DELFINI
Sono i mesi in cui il rapporto tra Berlusconi - che ha appena fatto depositare il marchio Altra Italia - e il sindaco del capoluogo lagunare Luigi Brugnaro si rafforza. Nessuno, però, si aspettava una investitura pubblica direttamente in piazza San Marco: «Non so se posso fare annunci, ma nei lunghi discorsi tra me e il sindaco, ho visto in lui una visione che guarda molto lontano, che pensa non solo a Venezia e al Veneto, ma che si estende all’Italia e che pensa agli italiani che amano la libertà e che vogliano restare liberi». Il progetto non avrà seguito, Brugnaro fonderà Coraggio Italia. «Uno statista che ha amato il Paese, resterà nella storia imprenditoriale e politica internazionale», ha commentato ieri. Tra gli azzurri che quel giorno accompagnarono Berlusconi in piazza San Marco, l’ex ministro Renato Brunetta che di lì a tre anni lascerà il partito in polemica con la decisione dei senatori forzisti di non partecipare al voto di fiducia al governo Draghi: «Un genio davanti al cui coraggio e alla resistenza manifestati davanti a mille oltraggi mi inchino», ha detto ieri Brunetta. Prima dell’attuale presidente del Cnel, a lasciare il partito nel 2011 per la famosa manovra da 48 miliardi era stata Giustina Mistrello Destro, già sindaco di Padova e parlamentare: «Da quel giorno non l’ho più sentito, ma conservo di lui il ricordo di un uomo che ha segnato la storia del Paese e della politica italiana».
Addii, ma anche avvicendamenti. Come quando nel 2010 Berlusconi non rinnovò la candidatura di Galan alla presidenza della Regione lasciando il posto al leghista Luca Zaia. E pensare che di Galan Berlusconi era appena stato testimone di nozze.
Il 6 giugno 2009, cinque anni prima dello scandalo del Mose, nozze di Galan e Sandra Persegato, il ricevimento è nella loro casa, Villa Rodella, alla sposa Berlusconi regala un bracciale di brillanti e zaffiri. Nel marzo del 2003 Berlusconi aveva fatto da testimone a Enrico Hullweck, sindaco di Vicenza, convolato a nozze con Lorella Bressanello. E nell’ottobre del 2002 era volato a Muggia, Trieste, padrino di Roberta Antonione, figlia di Maura e Roberto allora sottosegretario agli Esteri.
Lieti eventi, ma anche funerali. Il 27 novembre 2021 Berlusconi è in chiesa a Tombolo, Padova, per salutare l’amico banchiere Ennio Doris. Pochi mesi dopo, il 20 agosto 2022, per le esequie dell’avvocato e parlamentare Ghedini c’è la figlia Marina.

GAFFE E OUTING
«Lei quante volte viene?». È il febbraio 2013 quando Berlusconi partecipa alla convention di una azienda di Mirano specializzata nelle energie rinnovabili e “scherza” con una dipendente. Ne uscirà un putiferio. Undici anni prima a trovarsi a disagio era stato il premier danese Anders Fogh Rasmussen: «È anche il primo ministro più bello d’Europa, penso di presentarlo a mia moglie, perché è molto più bello di Cacciari». La moglie era Veronica Lario, si vociferava di una presunta liaison con il filosofo, nessuno ne aveva mai scritto, ci ha pensato Berlusconi a giocare d’anticipo.
Un po’ come quando, a sorpresa, pochi mesi fa, ha nominato Flavio Tosi alla guida del partito veneto. «Se ne va un galantuomo d’altri tempi, gli volevo bene», il ricordo dell’ex leghista. Il suo precedessore azzurro Michele Zuin ha postato sui social un aneddoto: «La prima volta che abbiamo fatto una foto assieme, mi ha ripreso: “Michele, bisogna abbottonarsi sempre la giacca”».

 

Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 11:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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