Saranno diffusi oggi i riscontri settimanali raccolti dai medici-sentinella e i risultati della sorveglianza-pilota svolta dai Pronto soccorso sulle sindromi simil-influenzali in Veneto. L'attesa del bollettino è stata segnata dalle tragedie di Vicenza (i due uomini di 47 e 52 anni stroncati dall'H1N1) e di Padova (la bimba di 5 anni colpita da quattro virus), tutti drammi che hanno ingenerato nell'opinione pubblica il timore di una recrudescenza virologica dopo l'emergenza Covid. «I dati finora disponibili non indicano situazioni di eccezionalità rispetto al passato», assicura però la direzione Prevenzione della Regione, in linea con l'Istituto superiore di sanità secondo cui i numeri dei casi gravi accertati «fino a questo momento non presentano anomalie, e sono coerenti con il quadro epidemiologico complessivo».
L'ANDAMENTO
Lo stesso Iss riferisce che attualmente l'incidenza in Italia è nella fascia di intensità "alta", pari a 17,5 infezioni per mille assistiti stando all'ultima rilevazione, con situazioni differenziate nella cinquantaduesima settimana del 2023 (la prima del 2024 viene appunto studiata in queste ore): "molto alta" in Friuli Venezia Giulia, "media" in Veneto. «A questa cifra, e alla conseguente pressione sui sistemi assistenziali, concorrono diversi virus respiratori, dall'influenza vera e propria al Sars-CoV-2 al virus respiratorio sinciziale (Rsv)», puntualizzano gli esperti dell'ente.
LA CIRCOLAZIONE
Soprattutto il dramma della piccola Beatrice Angela Gobbo, però, suscita allarme nella popolazione. «Purtroppo riflette Francesca Russo, direttore regionale della Prevenzione questo è un periodo freddo, caratterizzato dalla circolazione di molti virus respiratori. Soprattutto i soggetti che hanno già patologie, possono andare incontro all'insufficienza respiratoria anche grave. Per questo viene loro raccomandata la vaccinazione, dai 6 mesi d'età se si tratta di bambini fragili». La vicenda in questione dovrà essere approfondita, Russo parla in termini generali: «È difficile che l'esito fatale coinvolga le persone considerate completamente "sane", anche se abbiamo imparato che i virus sono molto pericolosi, per cui la vaccinazione è raccomandata per età sopra i 60 anni, oltre che per patologia a tutti i malati. Non deve invece stupire la presenza in contemporanea di più virus: da diversi anni ne circolano vari e non sempre entrano nell'organismo uno alla volta». Secondo l'esperta, non è sorprendente nemmeno l'impatto clinico riscontrato quest'inverno dall'influenza stagionale: «Abbiamo l'impressione che questa volta la sindrome sia più "cattiva", ma ogni anno i virus respiratori determinano un aumento dei ricoveri e della mortalità nel periodo di circolazione. A calare è piuttosto la nostra percezione del rischio, com'è successo con il Covid, che risente della stanchezza vaccinale tipica del dopo-pandemia. Le somministrazioni contro l'influenza, invece, sono in linea con quelle del 2022/2023: finora sono circa 860.000 dosi». Un dato ritenuto soddisfacente, a fronte della ragionevole ipotesi che il picco dell'incidenza sia stato superato.
L'H1N1
Regione e Iss ribadiscono infine che «non esiste, al momento, alcun nuovo caso di "influenza suina", inteso come evento di passaggio di virus animale-uomo», in quanto si tratta di contagi da H1N1. «Questo ceppo è derivante da quello che ha causato la pandemia influenzale nel 2009/2010 viene puntualizzato ma è fra quelli normalmente circolanti nel mondo in questi ultimi anni, tanto che è tra quelli inseriti nel vaccino antinfluenzale. Si sottolinea pertanto l'importanza della vaccinazione specialmente per le categorie per cui è raccomandata».