Bocciato l'emendamento a 5 stelle:
i consiglieri si salvano l'indennità

Venerdì 18 Dicembre 2015 di Elisabetta Batic
Bocciato l'emendamento a 5 stelle: i consiglieri si salvano l'indennità
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Solo cinque voti favorevoli. Quelli degli stessi proponenti dell'emendamento alla Legge di Stabilità 2016, approvata dal Consiglio regionale ieri sera in tempi record rispetto alle ore piccole del passato, che puntava a ridurre l'indennità mensile spettante ai consiglieri regionali da 6.300 euro lordi mensili a 5mila. Un «tormentone» quello del Movimento 5 Stelle che anche stavolta non ha trovato sponde nelle altre forze politiche.

Da Ncd e Pd, tuttavia, c'è stata un'apertura circa il tema del rimborso forfettario delle spese: la disponibilità è quella a riaprire la trattativa per tornare, eventualmente, alla rendicontazione. «Chi è sempre a casa percepisce il rimborso alla pari del consigliere che si muove dappertutto - osserva Paride Cargnelutti (Ncd) -. La rendicontazione va bene come ulteriore strumento di trasparenza».
Approvato il bilancio interno del Consiglio regionale: 2,5 milioni sono destinati alla restituzione dei contributi vitalizi e 2 milioni alle indennità di fine mandato. Per la futura legislazione è stato stanziato un fondo di 100mila euro. Qualche novità sul fronte del personale dirigente: con un emendamento, la Giunta esclude dal calcolo del Tfr e Tfs i periodi di contratto a tempo determinato. Riccardo Riccardi (Fi) ammonisce: «Corrono contenziosi, create un precedente pericoloso» ma l'assessore Paolo Panontin replica: «Hanno dato tanto ma hanno anche ricevuto molto, mettiamo a riparo il bilancio».

Acceso il dibattito sulle Unioni comunali alla luce dell'emendamento, mantenuto da Riccardi nonostante la richiesta della presidente Debora Serracchiani di parlarne a gennaio in attesa di approfondimenti tecnici, che puntava all'abrogazione della riforma: «Un'occasione persa per evitare i tribunali, mi sono sentito dire che contro le Uti l'opposizione ha armato i sindaci ma i primi cittadini che hanno ricorso al Tar se la sono presa con me». «Serviva - conclude - un approccio graduale alla riforma e non pezze per tamponare una falla che rischia di far affondare la nave». Replica Enzo Martines (Pd): «L'opposizione rifiuta ogni confronto politico, non possono pensare di fermare una riforma così importante facendosi guidare solamente dall'atteggiamento barricadero dei sindaci rivoltosi». «Quando la politica si sposta nei tribunali vuol dire che ha fallito, la norma va cancellata» replica Barbara Zilli (Ln).

Incalzato da Riccardi, Panontin ha affermato che «non è una legge perfetta, ma sono convinto che abbia assoluta tenuta sul piano della legittimità costituzionale». Inoltre «anche il tema dei commissariamenti ha tenuta sul piano giuridico».
A suggellare il dibattito è stata la presidente: «Scelta legittima ricorrere al Tar, ma altrettanto legittimo è auspicare che il giudice decida nel minor tempo possibile, la legge non è impantanata e non voglio diventi l'ennesimo terreno di strumentalizzazione politica». In merito alla legge di stabilità, «è la terza che costruiamo, una stabilità di svolta ed espansiva»
Ultimo aggiornamento: 13:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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