VICENZA/MONTEBELLUNA - (r.dim.) Si ripete con le banche venete la via crucis già vissuta con il Montepaschi durante le negoziazioni con la Direzione generale competition della Ue. Il piano di ristrutturazione di Popolare Vicenza (BpVi) e Veneto Banca (VB) imperniato sulla fusione e ricapitalizzazione precauzionale a carico del Mef per 6,4 miliardi, come stabilito dalla Bce, non sarebbe completo. Va rivisto. Non una bocciatura vera e propria, ma la necessità per Fabrizio Viola, ad di BpVi e presidente del comitato strategico di VB e Cristiano Carrus, ad dell’istituto di Montebelluna, di rimettersi a fare i compiti a casa. L’iter del negoziato si allunga almeno di un altro paio di settimane, facendo slittare quindi i tempi preventivati per dare corso al rilancio.
Per la Ue c’è da sedersi di nuovo a tavolino per adeguare i piani. In primis alla luce dell’andamento dei risultati del primo trimestre. E siccome Viola e Carrus non avrebbero ancora tirato le somme, i due manager dovranno a tambur battente stendere le rispettive trimestrali...
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