Vendemmia, che batosta. Il Friuli dopo grandine e temporali è la peggiore regione del Nord

Mercoledì 8 Novembre 2023 di Antonella Lanfrit
La vendemmia

Il consuntivo della vendemmia 2023 registra una media attorno al -25% rispetto al 2022 negli osservatori accreditati del Friuli Venezia Giulia, benché le informazioni a livello nazionale indichino una perdita più contenuta, cioè attorno al 10 per cento.

Qualsiasi sia il numero preso in considerazione, comunque, quella regionale appare come la flessione più impegnativa del Nord Italia. Peggio è andata al Sud, invece, aggredito dalla Peronospora. Calo di quantità ma qualità comunque in linea con le performance della viticoltura della regione che quest’anno, forse più di sempre, ha dispiegato la cultura tecnica delle cantine per garantire il meglio. 


LE REAZIONI


Il dato di fine raccolto non sembra però aver scosso particolarmente il settore, soprattutto perché sono chiare le cause. «È un risultato congiunturale – spiega infatti il presidente di Assoenologi Fvg Matteo Lovo – dovuto a due motivi: la grandinata eccezionale di luglio, che ha colpito l’area del medio e basso Friuli dove vi sono vigneti dai grandi numeri; la diffusione della Peronospora nell’area collinare a seguito di una stagione estiva particolarmente piovosa. Tra le cooperative sociali, diffuse in particolare nelle aree a coltivazione più intensa, la perdita si è aggirata tra il 30 e il 35% - puntualizza Lovo -, nell’area collinare è stata invece più contenuta, attorno al 15 per cento». Sono quindi questi due fattori che rendono il Fvg fanalino di coda anche tra le regioni limitrofe, dato che il Trentino Alto Adige, secondo le stime di Assoenologi, Ismea e Uiv riprese nei giorni scorsi da una nota della Camera di Commercio dell’Umbria, ha chiuso l’annata con un +5%, così come il Veneto e la Liguria. Meglio hanno fatto la Lombardia (+15%) e la Valle d’Aosta (+10%), mentre l’Emilia-Romagna è andata sotto rispetto all’anno scorso del 4,5 per cento. Molto più consistenti le perdite registrate dalle regioni del Sud, con il Molise che ha perso il 45% del raccolto. 


DANNI


«Paghiamo lo scotto di un’estate difficile – conferma il presidente della Cia Fvg, Franco Clementin -, con la grandine che ha picchiato duro in aree particolarmente vocate. Tuttavia i viticoltori hanno messo in atto tutto il loro sapere e le capacità di lavoro, perché il prodotto è comunque buono». In sintonia il presidente di FedAgriPesca Fvg, Venanzio Francescutti, che è anche operatore del settore. «Dobbiamo mettere in conto che sulla vendemmia 2023 pesa una grandinata importante che ha colpito aree dove si fanno quintali per ettaro: dal Codroipese alla zona di Morsano, Sedegliano, ad alcune aree di Valvasone Arzene. I danni sono stati tali che in alcuni casi c’è stata una perdita del 100% e in altri le piante hanno subito uno stress così importante che, probabilmente, produrranno in maniera contenuto anche il prossimo anno». In ogni caso, sottolinea Francescutti, «nelle cantine c’è il prodotto che serve per soddisfare le richieste del mercato ed è di buona qualità». Quando ormai il vino 2023 è dunque al sicuro, a preoccupare di più il settore è l’andamento dei mercati. «C’è una certa stanchezza – conferma da Assoenologi Fvg Lovo -. Un incoraggiamento, seppur minimo, sembra arrivare dal Prosecco, la cui domanda è in leggera salita. Aziendalmente, il mese di ottobre è tornato in zona verde, dopo il terreno rosso di agosto e settembre. Limitatissimi gli aumenti concessi dalla Gdo, per la flessione della domanda da parte dei consumatori». Ma non è solo la piazza italiana ad aver rallentato. «La Germania è praticamente ferma», informa infatti Clementin, e «in generale anche il mercato estero è altalenante». Una delle conseguenze è che soggetti che esportavano molto cercano ora spazi sul mercato italiano. Il fenomeno mette in allerta il presidente Cia: «È opportuno che i viticoltori friulani siano compatti e facciano squadra – auspica - per far emergere la qualità del nostro prodotto». 

Ultimo aggiornamento: 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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