Sottopasso di via Cappuccini, si allungano i tempi per la riapertura. Burocrazia e arcata da mettere in sicurezza

Sopralluogo sul posto della società Rfi che dovrà eseguire materialmente i lavori

Giovedì 4 Aprile 2024 di M.A.
Sottopasso di via Cappuccini, si allungano i tempi per la riapertura. Burocrazia e arcata da mettere in sicurezza

PORDENONE - Altro che due giorni. Il sottopassaggio di via Cappuccini potrebbe rimanere chiuso a lungo, complice da un lato la situazione burocratica (non compete al Comune, infatti, la manutenzione del manufatto) e dall'altro la necessità di eseguire indagini più approfondite per arrivare poi alla messa in sicurezza dell'arcata che divide le rotaie della ferrovia Udine-Venezia dalla strada che da via Pola porta appunto a via Cappuccini. La situazione si è delineata in tutta la sua delicatezza mercoledì mattina, dopo il sopralluogo compiuto dai tecnici di Rete ferroviaria italiana.


COSA SUCCEDE

La competenza è della società che nel gruppo Trenitalia si occupa della rete ferroviaria e delle sue infrastrutture. Martedì pomeriggio i tecnici di Rfi sono arrivati a Pordenone per eseguire un nuovo sopralluogo in corrispondenza dell'arcata del sottopasso di via Cappuccini. Una "fotografia" dettagliata che però non basta ancora. Sì, perché i lavori non può farli il Comune. Deve occuparsene Rete ferroviaria italiana. Gli stessi tecnici in un primo momento avevano garantito la riapertura della strada «in pochi minuti». Invece le cose non sono andate proprio in quel modo. «Sarà necessario - ha spiegato ieri l'assessore comunale Lidia Diomede - un cantiere per il consolidamento dell'arcata del ponte ferroviario». Si tratta di un'infrastruttura delicata e datata. Su quelle rotaie passano decine di convogli ogni giorno, dai treni regionali fino a quelli a lunga percorrenza.

Ma anche i pesanti treni merci che si dirigono all'Interporto di Pordenone oppure che transitano a gran velocità sulla Venezia-Udine, producendo ogni volta delle vibrazioni non da poco. Insomma, un rischio che nessuno vuole correre, a maggior ragione dopo la scossa di terremoto che prima di Pasqua ha riportato la paura in Friuli Venezia Giulia. Non è ancora chiaro se a causare il distacco del piccolo masso caduto poi sulla strada sia stata la scossa di terremoto oppure semplicemente l'usura del sottopassaggio. Sta di fatto che sarà necessario un progetto attento per consolidare l'arcata. E non ci vorranno due giorni.

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L'ANTEFATTO

Si pensava a un disservizio temporaneo, a qualcosa che si potesse risolvere nel giro di qualche ora. Era questa, almeno, l'opinione dei tecnici di Rete ferroviaria italiana intervenuti per i primi controlli. E invece serviranno dei controlli approfonditi. L'allarme è scattato a fine marzo e sul posto i primi ad intervenire sono stati i vigili del fuoco di Pordenone. Al loro arrivo i pompieri si sono accorti di un pezzo di pietra delle dimensioni di 10-15 centimetri caduto sulla strada. Si è staccato dalla porzione centrale dell'arcata che regge il ponte ferroviario tra via Cappuccini e via Pola. Fortunatamente la caduta del piccolo masso, forse dovuta ad un indebolimento della copertura dell'arco a causa delle piogge degli ultimi giorni, non ha coinvolto alcuna auto in transito in quel momento. Si tratta, nel dettaglio, del "braccio" del sottopasso che da via Pola, quindi dalla stazione ferroviaria o dal parcheggio Marcolin, porta verso via Cappuccini e il parcheggio Candiani. La transitabilità della piccola galleria nel senso inverso, quindi verso via Pola, il Bronx e l'hotel Santin, è sempre rimasta inalterata.

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