PORDENONE/UDINE - Una volta c’era la fila alle elezioni amministrative per assicurarsi il simbolo del partito nazionale di riferimento.
L’ATTUALITÀ
Ora le cose sono cambiate ancora una volta. Segno evidente che la storia gira per tutti. Già, perché a fronte del rilancio elettorale che in questi due - tre anni ha avuto il Centrodestra, prima lega, poi Fratelli d’Italia, ora nei Comuni del Friuli Venezia Giulia le liste Civiche che sono comunque rimaste parecchie, in particolare nei Municipi più piccoli, non disdegnano affatto di avere a fianco la terna che va da Lega, Fdi e Forza Italia. Non a caso nei 113 Comuni in cui l’8 e il 9 giugno si rinnovano i sindaci, i simboli delle formazioni di Centrodestra avranno un ruolo decisamente importante, come presenza s’intende, perche le segreterie locali sono consapevoli che il brand potrebbe essere un valore aggiunto. Allo stato più forte il vessillo della Meloni che quello della Lega. In più si vota contestualmente anche per le Europee, quindi c’è tutto l’interesse ad avere un traino pure a livello locale.
CENTROSINISTRA
Se questo ragionamento vale per il Centrodestra, problemi maggiori, invece, li sta trovando la coalizione che vede il Pd come partito più importante. Se è vero, infatti, che non ci sono grossi Comuni che vanno al rinnovo, fatta eccezione per almeno cinque o sei, tra cui Porcia che è il più numeroso, ma non arriva al ballottaggio, è altrettanto vero che il simbolo del Pd non riesce a dare la spallata decisiva per essere presente e visibile in gran parte della corsa ai Municipi. In provincia di Pordenone, tanto per fare un esempio, il segretario provinciale del Partito Democratico, Fausto Tomasello, sta sudando le proverbiali sette camice per cercare di convincere, Comune per Comune la coalizione di Centrosinistra ad appuntare sulla schede pure il simbolo del Pd. Le speranza non sono molte, neppure in quei comuni dove ancora il Centrosinistra è alla guida del paese con i sindaci uscenti. Di sicuro lo stemma del Pd sarà presente a Porcia dove lo sfidante del sindaco uscente, Mario Bianchini, ha la necessità di mettere insieme più gente possibile per cercare di fare una scalata non certo facile verso la poltrona che l’uscente Mario Sartini, sostenuto da Centrodestra al Completo, non ha alcuna voglia di perdere. Per il resto si naviga al buio. Nessun simbolo a Roveredo in Piano dove, tra l’altro, il Pd aveva numeri interessanti e a quanto pare neppure a Budoia, dove si sono susseguiti diversi primi cittadini che indossavano al casacca del partito. Strade sbarrate a Morsano, Sesto al Reghena e quasi certamente pure a San Martino. Solo Civiche. Di area, ma Civiche.
L’ALTRO PROBLEMA
Come se tutto ciò non bastasse per capire l’aria che tira in casa Centrosinistra provinciale, ma in generale sull’intero territorio regionale, sarà decisamente molto complicato aprire una trattativa con i 5Stelle. Non perche manchino i presupposti politici (lite nazionale Conte - Shlein permettendo) ma semplicemente perchè sul territorio non esiste di fatto una organizzazione di quelli che sono stati i grillini. Magari il simbolo potrebbero anche averlo, ma non ci sarebbero poi i candidati da mettere in lista e in più ci sarebbe poi la necessità di contarsi. Ultimo ostacolo le Civiche a sinistra del Pd che fanno molta fatica a dislocare con il partito democratico. È vero che mancano ancora cinque mesi al voto, ma le premesse non sono certo positive in casa Centrosinistra. Fermo restando che poi quello che esce dalle urne può sempre smentire tutto. Come in passato è già accaduto.