Irrigazione "vietata": Friuli Venezia Giulia diviso a metà

Sabato 10 Febbraio 2024
Irrigazione "vietata": Friuli Venezia Giulia diviso a metà

Siamo in un periodo di siccità oppure no? Le piogge dell'autunno (stagione finalmente nella norma dopo anni) e quelle invernali hanno aiutato le falde a rialzarsi dalla secca oppure siamo ancora in piena emergenza? E ancora: in Friuli Venezia Giulia esiste una situazione omogenea che possa fungere da base per prendere le decisioni oppure ci si affida alla diversa sensibilità del singolo ente? È quantomeno singolare, infatti, quello che sta succedendo nelle ultime ore nella nostra regione, con il Tagliamento a fare da confine immaginario per due situazioni che leggendo le carte sembrerebbero infinitamente diverse.

E che invece sono del tutto simili. Da una parte c'è un Consorzio che impone un giro di vite, dall'altra invece la situazione opposta.


COSA SUCCEDE
Il racconto parte da Udine, quindi con protagonista il Consorzio Pianura Friulana. Nel tempo della crisi climatica, innaffiare orti e giardini delle aree residenziali richiede così tanta acqua da causare talvolta problemi al funzionamento degli impianti di pompaggio con ripercussioni negative sulle necessità delle campagne. Un segnale arriva da Udine, dove il Consorzio di bonifica Pianura Friulana ha deciso lo stop alle nuove forniture di servizio irriguo per le utenze domestiche, tutelando così le necessità delle aziende rurali; la decisione - spiega l'associazione Anbi in una nota - nel quadro di scelte per l'adattamento alla crisi climatica, interessa anche i futuri progetti di trasformazione irrigua e quelli in fase di predisposizione, finanziati da Stato o Regione. «Considerata la frequenza, con cui si manifestano periodi siccitosi, anche prolungati e la conseguente scarsità di risorsa idrica - spiega la presidente dell'ente consortile, Rosanna Clocchiatti - la priorità deve andare alle imprese professionali, per le quali la produzione agricola rappresenta la principale, se non l'unica fonte di reddito».


FRIULI OCCIDENTALE
Passato il Tagliamento e arrivati in provincia di Pordenone, invece, il quadro è completamente diverso. Divieti? «Non se ne parla, la situazione non è quella dell'anno scorso oppure del 2022» è quanto trapela dalle stanze dei bottoni del Consorzio di Bonifica Cellina-Meduna. «L'utenza irrigua domestica è tipica del nostro territorio - fa sapere il direttore Massimiliano Zanet - ed è sempre subordinata all'irrigazione di tipo professionale. È chiaro che quella domestica è la prima a "saltare" in caso di gravi problemi di approvvigionamento, ma non siamo affatto in questa situazione. Non c'è motivo, oggi, per tagliare questo tipo di servizio. Le piogge dell'autunno hanno contribuito a rimpinguare le falde».
L'emergenza siccità di fatto è finita. I toni correttamente allarmistici di un anno fa devono essere oggi controbilanciati da parole altrettanto nette: le piogge abbondanti di questo autunno (con picchi non nella media, ma superiori anche agli anni standard) hanno riequilibrato una situazione grave che si trascinava ormai da un lustro se non di più. A testimoniarlo, nero su bianco, è l'ultimo rapporto che la Regione ha ricevuto dagli esperti. È stato consegnato all'amministrazione Fedriga alla fine di novembre, proprio quando dovevano scattare i limiti per le fontane a getto continuo e i tanti pozzi artesiani del territorio.
M.A.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci