Esami e prime visite, le attese si allungano. Ottobre mese “nero” a Udine e Pordenone

Lunedì 4 Dicembre 2023 di Loris Del Frate
Medici in ospedale

PORDENONE - UDINE - Era difficile fare peggio.

Invece i tempi di attesa del mese di ottobre, sia nelle strutture della provincia di Pordenone che in quella di Udine, continuano a diventare sempre più lunghi. Talmente lunghi che a questo punto ci sarebbe veramente da fare una profonda riflessione sulla necessità di una riforma che possa garantire risposte più efficaci e veloci. Più volte l’assessore alla Sanità, Riccardo Riccardi ha segnalato che andando avanti di questo passo si arriverà al punto che il sistema non sarà più in grado di reggere. Tutto vero, tutto giusto. Solo che dare risposte è un suo compito. Oneri e onori di chi gestisce un settore così delicato: lanciare allarmi un o dietro l’altro serve a poco.

LE ATTESE

Basta vedere la tabella pubblicata a fianco per capire che la situazione è decisamente grave. Stiamo parlando di visite ed esami diagnostici che i medici di medicina generale indicano sulla prescrizione con classificazione “B”, ossia breve. Significa che il servizio sanitario regionale deve assicurare quell’intervento al massimo in 10 giorni. Su diciotto tra visite ed esami a Pordenone solo 5 rispettano i tempi. Il resto sfora. Alcune di pochi giorni, altre, invece, come ad esempio, come il test cardiaco da sforzo o una visita gastroenterologica, si deve attendere due nel primo caso due mesi, per la seconda 48 giorni. Non va certo meglio a Udine dove , sempre su 18 prestazioni che sono indicate nella tabella, solo due sono all’interno dei tempi previsti dalla legge. Già, perchè è di una legge, seppur regionale, che stiamo parlando per il rispetto delle attese.

COSA FARE

Chi può, per accelerare, si affida ai privati. A pagamento i tempi si accorciano e anche di molto, altri, tanti, “emigrano” in Veneto dove le strutture private convenzionate per chi viene da fuori regione tagliano i tempi di attesa in modo da “portarsi a casa” i pazienti che poi completano l’iter diagnostico e quasi sempre anche curativo, restando in Veneto. E la Regione Fvg paga. Un circolo vizioso che ovviamente, mese dopo mese, va sempre di più a pesare sul bilancio della sanità regionale che quest’anno, su circa 5 miliardi e mezzo complessivi per mandare avanti la macchina regione se ne porta via 3 e 300 milioni. Cifre da capogiro per una sanità che - dicono gli utenti - fa acqua da tutte le parti.

LE CONTROFFENSIVE

Non si può certo dire che non siano stati provate varie cose per cercare di raddrizzare una rotta che sta portando la barca verso gli scogli. I soldi, sino ad ora, non sono mancati. Anzi. Nell’ultimo assestamento sono comparsi altri 10 milioni che sono stati assegnanti alla Aziende sanitarie proprio per tagliare mi tempi di attesa. Era giungo. Sino ad ora non si è visto nulla, anzi le cose sono addirittura peggiorate. Ora c’è la manovra di fine anno e senza dubbio alla sanità arriverà un altro pacco di milioni di euro. Se i risultati sono quelli visti sino ad ora forse sarebbe meglio risparmiarli quei soldi se non altro per evitare - come dice l’assessore - di andare incontro alla debacle del sistema che sulle spalle si deve portare anche l’assistenza che è un altro fardello (economico s’intende) decisamente pesante.

IL PERSONALE

Situazione preoccupante anche sul fronte del personale (medici e infermieri) che se ne vanno a questo punto non per avere più soldi, ma per poter avere una vita “normale” senza un massacro continuo di straordinari e turni raddoppiati. Ecco, forse cominciare con una politica del personale più incisiva, bloccando le fughe e cercando di dare qualche cosa in più per far venire nelle nostre strutture professionisti da fuori, sarebbe un primo passo.

Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 09:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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