PORDENONE - «Vorrei essere morta io...». Sono le parole di Julia Nicole Bravo, la 21enne americana che lo scorso anno ha travolto e ucciso sulla pista ciclabile di Porcia Giovanni Zanier, 15 anni, pordenonese. La soldatessa della Base Usaf di Aviano ieri ha partecipato all’udienza preliminare e ha rilasciato spontanee dichiarazioni al gup Rodolfo Piccin. Ha detto di aver cercato più volte le parole giuste per esprimere il grande dispiacere per aver causato tanto dolore alla famiglia del 15enne. Accanto a lei c’erano gli avvocati Aldo Masserut e Maria Grazia Formentini. I due legali, non avendo trovato un accordo con il pm Andrea Del Missier su un eventuale patteggiamento, ieri hanno fatto istanza di rito abbreviato condizionato all’audizione di due consulenti. Si tratta del medico legale Antonello Cirnielli e della tossicologa dell’Università di Padova Donata Favretto, chiamati a riferire per conto della difesa sul tasso alcolemico contestato all’imputata subito dopo la tragedia, indicato in 2,3 grammi/litro.
IL TASSO ALCOLEMICO
Seconda i difensori l’entità dell’alcolemia non sarebbe corretta.
LA TRAGEDIA
Secondo le contestazioni della Procura, la soldatessa quella notte si è messa alla guida dopo aver bevuto con gli amici in discoteca. Giovanni Zanier tornava a casa a piedi assieme agli amici con cui aveva trascorso la sera al Papi di Roveredo. Camminava portando a mano la bicicletta di un amico. Era sulla pista ciclabile, quando alla rotonda di via Roveredo è stato travolto dalla Volkswagen Polo della 21enne, che procedeva a circa 65 chilometri l’ora, come ipotizzato dalla perizia depositata dall’ingegner Pierluigi Zamuner, consulente a cui la Procura si è affidata per ricostruire la dinamica dell’incidente. Erano le 2.30 e, affrontando la rotonda a Sant’Antonio, la giovane non è riuscita a completare la manovra travolgendo il 15enne.