PORDENONE - Non è ancora nemmeno terminata l'emergenza Covid che il personale sanitario - stremato dopo oltre un anno di turni e orari massacranti - dovrà fare fronte a un'estate piuttosto complicato. Il piano ferie (illustrato mercoledì 26 maggio dalla direzione Asfo alle organizzazioni sindacali) infatti prevede chiusure temporanee di alcuni reparti e riduzione di servizi con relativi spostamenti e rotazioni di operatori anche dagli ospedali di rete (San Vito e Spilimbergo) verso quello di Pordenone. Difficoltà che potrebbero derivare anche dalla possibile mancata riconferma dei contratti a termine di una quarantina (tra infermieri e Oss) di addetti che pure sarebbero stati contati per l'intera durata del piano (cioé da inizio giugno a fine settembre) ma i cui contratti scadranno a fine giugno.
SERVIZI RIDOTTI
Al fine di consentire la fruizione dei periodi di ferie a tutto il personale la direzione dell'Asfo ha dovuto mettere in piedi un piano che riduce alcune prestazioni, soprattutto sul fronte della Chirurgia.
PNEUMOLOGIA
Saranno ridotti invece i posti letto nel reparto della Pneumologia: da 32 passeranno a 12/15: otto operatori del reparto saranno trasferiti nelle Medicine a rotazione per coprire i periodi di ferie dei colleghi. Rispetto a questi operatori il sindacato ha sollecitato il pagamento dell'indennità prevista, ma non ancora percepita, per chi ha lavorato nelle Terapie sub-intensive. Riduzione di posti letto anche nella Medicina di Spilimbergo: il personale sarà di supporto a San Vito dove la situazione degli organici è all'osso. Inoltre, nel mese di agosto chiuderà il reparto della degenza breve dell'ospedale di Pordenone. Stessa scelta, cioè stop nel mese di agosto, anche per il Day-surgery dell'ospedale di Sacile. Ridotto il numero di posti letto anche nella Ortopedia e nella Chirurgia di San Vito.
LE RICHIESTE
Più d'una le scelte che il sindacato degli operatori sanitari ha chiesto di rivedere: in particolare quella legata alla Pneumolgia di Pordenone. Ma il giudizio negativo espresso dai sindacati sul piano è legato soprattutto alla situazione dei 40 infermieri e Oss sui quali non sarebbe stata data la conferma di proroga dei contratti dopo il 30 giugno. «Ci è stato detto - sottolinea Pierluigi Benvenuto (Cgil Sanità) - che sarà valutato volta per volta, questa incertezza non è accettabile. Senza quei lavoratori il piano è insostenibile». «Si rischia di fare lo stesso errore - ha fatto notare la Rsu - del maggio 2020 quando i precari sono stati licenziati: significa che l'emergenza non ha insegnato nulla».