Giovani musicisti friulani in Europa alle prese con il Coronavirus

Venerdì 13 Marzo 2020 di Valentina Silvestrini
Il violoncellista pordenonese Leo Morello
Italiani negli affetti, europei per cittadinanza culturale. Sono in molti i giovani artisti all'estero che vivono tra la preoccupazione per l'emergenza Coronavirus in Italia, che mette a rischio famiglie e amici, e le urgenze quotidiane nei paesi stranieri che li ospitano. E' il caso di tre musicisti friulani di talento, le cui testimonianze parlano di preoccupazioni per il presente e l'immediato futuro.
Anche l’Austria si affretta alla chiusura delle scuole, alla sospensione di concerti ed eventi: così i racconti che provenivano da casa, dalle loro famiglie, si stanno trasformando in realtà anche per i giovani musicisti del Friuli che all’estero hanno trovato la propria carriera musicale.
TRA GRAZ E VIENNA
Il governo austriaco «ha attuato le prime misure di prevenzione che hanno un impatto drammatico sulla vita lavorativa di tutti i musicisti freelance, come sta succedendo anche in Italia» racconta Leo Morello, violoncellista pordenonese che oggi vive tra Graz e Vienna. «Era strano, fino a ora tutto procedeva come sempre, (università, concerti), la preoccupazione era per i nostri parenti a casa. Dai colleghi ho ricevuto tante parole di solidarietà» racconta.
«Almeno due concerti che avrei avuto in programma con il mio ensemble Names di Salisburgo dovranno essere cancellati. In tutti questi casi è un problema economico enorme, soprattutto per i singoli musicisti e per le piccole organizzazioni. Faccio un esempio che riguarda il mio ensemble, avremmo in programma due concerti all’interno dello stesso festival di Salisburgo (“Aspekte”) il 27 e 28 marzo. Sono già stati comprati biglietti aerei, pagato l’affitto di materiali, noleggiate partiture. Anche se i concerti verranno spostati in un altro momento, non è chiaro chi dovrà sostenere i costi per ricomprare tutto. La maggior parte dei piccoli ensemble di musica contemporanea non ha un budget che può permettersi un buco simile» prosegue il 25enne pordenonese, che oltre alle difficoltà concertistiche potrebbe avere non pochi problemi anche con l’università. A fine estate Morello dovrebbe terminare il master in Performance della musica contemporanea all’Università di Graz.
A MONACO DI BAVIERA
Molta apprensione anche a Monaco, città in cui vive e studia Laura Bortolotto, violinista, anche lei prossima ai 25 anni, che attualmente frequenta l’accademia e fa parte dell’organico di una dei più importanti realtà tedesche, l’Orchestra sinfonica della Radio Bavarese, tra le cui fila a fine marzo avrebbe dovuto suonare sotto la direzione prima di sir John Eliot Gardiner poi di Daniel Harding. A giugno proprio Laura sarà uno dei due giovani orchestrali che voleranno ad Amsterdam per un esibirsi con l’orchestra del Conzertgebow nell’ambito di un gemellaggio tra le due orchestre. «A fine aprile dovrei partecipare anche al Concorso Internazionale di Musica da Camera di Lione in duo con la pianista Annalisa Orlando. Fino ai giorni scorsi in Germania non ci sono state restrizioni. Non so se sia stata una cosa buona o meno perché il virus già sta circolando anche qui. Sicuramente vivo con apprensione le notizie che arrivano dai miei genitori che abitano a Brugnera. Ho la fortuna di avere colleghi molto intelligenti, accolgono la mia ironia e chiedono dell’Italia, si preoccupano per la mia famiglia» racconta Laura.
A LONDRA
Cancellati i concerti inglesi primaverili per Riccardo Pes, violoncellista trentenne di Spilimbergo, annullati dagli organizzatori poiché il musicista vive tra Londra e Spilimbergo. «A molti miei colleghi che vivono e lavorano in Gran Bretagna è stato consentito il permesso di lavorare nelle scuole solo se non venuti a contatto con italiani e cinesi e dopo aver misurato loro la temperatura. Mi viene quindi impedita anche la frequentazione dei miei colleghi per evitare di metterli in pericolo di lavorare. Stiamo vivendo una discriminazione senza precedenti e noi cittadini italiani ne stiamo facendo le spese a livello internazionale» racconta Pes.
«Noto un relativo allarmismo in alcuni Paesi quali Gran Bretagna, Stati Uniti, Ungheria, Russia, Polonia dove si stanno comportando come se le cosa non fosse così pericolosa. Viene data evidenza alla situazione italiana, europea e cinese, senza però dare particolare rilievo alle loro situazioni interne. Gli Stati Uniti variano le misure a seconda degli stati: a Chicago per esempio l’aria è pesante e la gente si sta preparando al peggio, in Texas hanno sospeso ogni evento di marzo e la San Francisco Symphony Orchestra ha interrotto ogni attività. La situazione peggiore è a New York dove la situazione è decisamente fuori controllo» continua il violoncellista. «Dal punto di vista culturale si vedrà un progressiva cancellazione degli eventi a livello internazionale. Se l’Italia riuscirà ad uscire con intelligenza da questa situazione sarà la prima a ripartire e, secondo alcuni organizzatori con cui mi sono confrontato, potremmo assistere a un boom di eventi» è l’auspicio.
Ultimo aggiornamento: 12:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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