Pordenone Calcio, nuova cordata di imprenditori per la salvezza

Domenica 18 Febbraio 2024 di M.A.
Pordenone Calcio, nuova cordata di imprenditori per la salvezza

PORDENONE - Una fiammella accesa. E per ora tanto basta. Anche perché per concretezza e possibili dimensioni del progetto, si tratta della prima "fuga in avanti" da quando il giudice ha battuto il martelletto decretando la fine del sogno di Mauro Lovisa. Una cordata di imprenditori del territorio pordenonese, infatti, in settimana ha bussato alla porta della politica per avviare un dialogo di alto livello finalizzato alla rinascita concreta del Pordenone Calcio.

E non si parla di due spiccioli, ma del "momento zero" di un progetto che - appunto - ha scelto interlocutori di caratura nazionale per avviare un percorso.

L'AVANZAMENTO

La missiva è partita in settimana. Alle spalle, come si apprende da fonti di vertice, «un gruppo di imprenditori del tessuto economico pordenonese che hanno chiesto informazioni dettagliate sulle modalità, i tempi e le risorse necessari alla ripartenza del club neroverde». Il tutto proprio nei giorni caldi per quanto riguarda l'esatto ammontare del debito della vecchia società calcistica cittadina. E c'è anche una tabella di marcia: arrivare in due settimane ad un colloquio ufficiale con l'amministrazione comunale - per il futuro delle strutture - e allo stesso tempo ad un vertice tra gli imprenditori stessi, intenzionati a fare squadra e non ad intervenire in ordine sparso. L'obiettivo? Non ripartire ovviamente dalla Terza Categoria, ma ambire ad un campionato dilettantistico regionale di vertice. Non certo la Serie D, ma almeno l'Eccellenza o più probabilmente la Promozione. Non c'entra in questo caso la sponda offerta nel recente passato dal Fontanafredda, per creare una polisportiva in grado di abbracciare anche altri sport della provincia. Quel progetto, così come quello paventato da un'altra cordata provinciale, al momento non può contare nemmeno su un euro "vero". Tante buone intenzioni, ma mancano alle spalle le necessarie garanzie economiche.

IL PIANO

C'è poi da valutare anche il discorso relativo alle strutture. E per questo la nuova cordata chiederà un incontro con l'amministrazione comunale di Pordenone. Di quanti campi ci sarebbe bisogno? Di tutto il centro sportivo De Marchi oppure di una piccola porzione per ripartire per gradi? Dettagli importanti, ma secondari rispetto all'intenzione di far rinascere il ramarro. E la sponda politica di stampo nazionale è in questo momento la garanzia di un raccordo solido. Il centro sportivo Bruno De Marchi è del Comune di Pordenone. Lo ha realizzato il Comune di Pordenone e lo stesso ente lo ha amministrato come bene proprio, dandolo poi in gestione al Pordenone Calcio fino al giorno in cui il club neroverde è stato dichiarato fallito. Ma adesso sempre il Comune di Pordenone deve ottemperare a quello che sembra e a tutti gli effetti suona anche come un paradosso totale: deve infatti dimostrare carte alla mano che la struttura sia sua e di nessun altro. In poche parole, il Comune di Pordenone deve compilare quella che si chiama in gergo "richiesta di rivendica" al Tribunale cittadino. E per portare a termine questa procedura, gli uffici del Comune devono raccogliere tutti i documenti relativi all'immobile, compresi quelli di natura catastale. In pratica l'ente è sempre stato proprietario dell'immobile, ma adesso deve di fatto dimostrare che il centro sportivo De Marchi è suo. 

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