Vittima dei bulli a scuola, la denuncia dei genitori: «Dirigenti e docenti impreparati a gestire queste situazioni»

Martedì 4 Luglio 2023 di SC
Vittima dei bulli a scuola, la denuncia dei genitori: «Dirigenti e docenti impreparati a gestire queste situazioni»

PORDENONE - Arrivare davanti ai cancelli della scuola in lacrime, con la paura di varcare quella soglia. Subire angherie per troppo tempo fino ad esplodere. E poi stare male. Male fisicamente. E psicologicamente. Questa è la storia di una vittima di bullismo raccontata dai genitori, una famiglia unita, attenta e che ha cercato prima di risolvere la questione e poi quando non c'era più nulla da fare, ha deciso di mettere al sicuro il figlio tredicenne. Per raccontare i fatti useremo un nome di fantasia: Marco. Marco è un ragazzino timido e riservato che ha iniziato a stare male a scuola in concomitanza con l'uso delle mascherine, gli mancava a volte l'ossigeno secondo quanto misurava il saturimetro. Gradualmente decide di non usare la bicicletta. Si è scoperto più tardi che oltre alle minacce fisiche, si sono aggiunte quelle di rubargli il mezzo. «Nostro figlio è grande e grosso riferiscono i genitori eppure non voleva più andare solo a scuola, quando lo andavamo a prendere vedevamo che al cancello lo aspettavano dei ragazzini, ma vista la sua statura mai avremmo pensato che potesse subire. Eppure, iniziò a stare male, dolori alla testa, alla pancia. Lo abbiamo portato a fare numerose visite». I pianti erano soffocati, quando varcava il cancello si asciugava le lacrime ed entrava in classe. «Era un entusiasta e improvvisamente ha iniziato a fare il minimo sindacale.

Presa in giro dopo presa in giro, goccia dopo goccia, psicologicamente era distrutto. È stato un accanirsi su Marco. Non aveva mai alzato le mani prima. Mai a scuola, mai nei campi estivi. In seguito ai comportamenti vessatori nei suoi confronti, è emersa una rabbia incontrollata», riferiscono i genitori. Tantissime le assenze.


Nella vecchia scuola

Alla fine della seconda media era distrutto, ma i genitori durante l'estate hanno cercato di creare un ambiente disteso, tanto da iniziare con positività il terzo anno. «Era inserito in una classe difficile chiariscono i genitori ma con l'arrivo di studenti bocciati diventò per Marco una situazione insostenibile. Si ritrovò in classe quelli che lo aspettavano davanti al cancello. Che poi non sono altro che "le bande di via Mazzini". I ragazzi per bene che vogliono fare un giro in centro si portano via dieci euro da devolvere a loro per non essere riempiti di botte». Raccontano sempre i genitori di Marco.

La trappola

Era diventato un gioco terribile. I bulli, suoi compagni di classe, avevano studiato Marco, avevano capito che era talmente scosso psicologicamente che bastava un nulla per farlo scattare. Lo punzecchiavano finché reagiva e la lezione veniva interrotta. I genitori iniziano a vedere che tutti gli sforzi fatti durante il periodo estivo nei primi quindici giorni di scuola stavano già svanendo, da qui la richiesta dell'incontro con il dirigente scolastico. «Solo alla terza email rispose racconta la famiglia quando scrivemmo che la situazione stava sfuggendo da ogni controllo e ritenevamo la scuola responsabile di qualsiasi incidente». Portato all'esasperazione con un pressing insostenibile e sempre più violento, Marco disse: «Io non ce la faccio più, prima o poi reagisco». La reazione è arrivata, prima il lancio di un banco, poi un pugno e uno spintone ad uno dei compagni che lo istigavano. «Una persona buona è la vittima ideale dicono i genitori di Marco ma non è l'unico preso di mira, altri ancora, c'è chi ha subito ma non se n'è andato e chi ha lasciato la scuola come nostro figlio». La scuola ha sanzionato per l'accaduto Marco per la reazione, ha portato avanti un progetto sulla pace. «Una soluzione condivisa è mancata. Era in pericolo e lo abbiamo salvato, ma anche salvato gli altri studenti, togliendolo da quella realtà, per il bullo l'intervento dei servizi sociali e nulla più. I bulli hanno continuato a portare avanti il loro disegno fino alla fine dell'anno scolastico».

La Pasolini

Il secondo quadrimestre le cose sono andate meglio, Marco ha frequentato una nuova scuola e non ha più avuto note, la scuola ha accolto l'allievo che ha terminato positivamente l'anno scolastico con un dialogo costante con la famiglia. «Nostro figlio ha pagato un prezzo altissimo e ci vorrà tempo per trovare serenità. Alcuni dirigenti scolastici e docenti non sanno affrontare situazioni così delicate, ci vorrebbe maggiore autorità, far rispettare le regole. Non tutte le culture sono uguali, dunque, le diversità vanno accettate ma giustamente gestite» è il commento di mamma e papà di Marco che ora coronerà il suo sogno alle superiori. Nella speranza che la cicatrice si rimargini presto.

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