Scampato “per caso” all’attentato a Sydney, la tragedia sfiorata per un friulano. «Vado spesso in quel centro commerciale»

L'angoscia dei coniugi Turcatel: non riuscivano a parlare con il figlio, trasferitosi in Australia e che frequenta abitualmente la zona colpita dalla strage

Martedì 16 Aprile 2024 di Denis De Mauro
Scampato “per caso” all’attentato a Sydney, la tragedia sfiorata per un friulano. «Vado spesso in quel centro commerciale»

SACILE - Sono state ore di vera paura, quelle vissute nel fine settimana dai sacilesi Flavio e Daniela Turcatel. Alla coppia, che risiede a San Odorico, si è gelato il sangue nelle vene sabato, quando hanno saputo della strage di Bondi Junction, centro dove uno squilibrato ha accoltellato a morte 6 persone, ferendone altre 8, tra loro perfino un neonato. I due coniugi hanno subito riconosciuto l'elegante zona che si trova alla periferia est di Sydney: è la cittadina dove abita il loro figlio Davide, in Australia da circa un anno con la compagna.

Flavio aveva cercato di approfondire la situazione dopo aver visto sui social che una ragazza, anche lei trasferitasi in Australia, aveva rassicurato gli amici italiani ed i parenti affermando di stare bene, di non essersi fatta nulla.

Il racconto del padre

Ancora Flavio: «Sapevamo che Davide andava in palestra proprio in quel centro commerciale ed essendo sabato, giornata in cui non lavora, le probabilità che ci fosse anche lui in quel teatro di violenza erano parecchie», racconta il papà che è noto a Sacile anche per la cura che riserva ad una colonia felina con un'altra volontaria, ormai da parecchi anni, proprio a San Odorico.

Le chiamate a vuoto

«Abbiamo subito cercato di chiamare Davide, ma il telefono suonava libero e lui non rispondeva», cosa che ha fatto crescere la paura dei genitori che nel frattempo cercavano notizie in rete: «In un sito russo di news avevano azzardato che si trattava di un terrorista filo palestinese». Qualche ora dopo, mamma e papà sono parzialmente tranquillizzati da una nuova notizia. «La Farnesina aveva fatto sapere che non c'erano italiani coinvolti, non tra gli uccisi e nemmeno tra i feriti. Abbiamo tirato un parziale sospiro di sollievo, perchè in realtà siamo rimasti in apprensione fino al mattino successivo perchè la compagna di Davide è argentina e dunque non sarebbe stata controllata dalle autorità italiane». A complicare la necessità di ottenere notizie rapidamente è stata la differenza di fuso orario, «loro sono 8 ore avanti rispetto a noi, per cui quando abbiamo iniziato a chiamare a Sydney era già notte inoltrata e Davide e la compagna si trovavano, per fortuna, a casa, tranquilli a dormire, con il telefono in silenzioso».

Il figlio: «Frequento abitualmente quel posto»

Qualche ora dopo, il trentenne sacilese conferma le circostanze: «In effetti è stato un caso che non ci trovassimo in quel centro commerciale. Ci vado almeno 3 o 4 volte la settimana perché trovo tutto quello di cui ho bisogno, non solo la palestra, ma anche la spesa alimentare e quant'altro. Del resto parliamo della zona commerciale degli Eastern suburbs di cui fa parte anche Bondi, insieme ad una serie di zone di profilo molto alto, tanto che tra le vittime figura perfino la figlia di un miliardario». Una delle ragazze prese di mira dallo squilibrato che pare sia stato mosso proprio da un'ossessione nei confronti delle donne. «Di sesso femminile sono 4 delle vittime, mentre tra gli uomini figura anche un vigilante che cercava di difenderle», conferma Davide che in un primo momento non si era preoccupato di chiamare casa, in Italia.

Un episodio "paradossale"

«Onestamente non credevo che un episodio di questo tipo sarebbe subito rimbalzato anche da voi - insomma pensava di avere più tempo a disposizione e non voleva disturbare il sabato sera dei genitori - Un episodio che un po' è il paradosso di un paese sicurissimo, ma dove talvolta può succedere anche qualcosa del genere», commenta Davide che certo non cambierà i suoi piani di vita per quanto accaduto. «Dopo un anno qui ora ho ottenuto quello che è il permesso di soggiorno con lo sponsor», conferma della sua affidabilità ed anticamera di un ulteriore step che lo avvicina al suo obbiettivo: la cittadinanza australiana e il doppio passaporto.

Ultimo aggiornamento: 10:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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