Stipendi aumentati per la giunta Giordani. Il sindaco: «Recepiamo una legge dello Stato»

La busta paga salirà gradualmente fino al 2024 arrivando a quasi l'80% in più dell'indennità percepita finora

Martedì 19 Luglio 2022 di Alberto Rodighiero
Palazzo Moroni
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PADOVA - Scatta l'aumento delle indennità di sindaco, assessori e presidente del consiglio: entro due anni gli stipendi della giunta Giordani saranno più pesanti del 77,7%. Non solo, entro il 2024 un assessore guadagnerà più di quello che ha percepito fino ad ora il primo cittadino. Giordani, però, mette subito le mani avanti: «Non abbiamo fatto altro che recepire una legge dello Stato».

Il ritocco verso l'alto degli stipendi di cui beneficiano gli eletti a palazzo Moroni non arriva certo come un fulmine a ciel sereno. Anche prima delle elezioni, infatti, era chiaro a tutti che gli emolumenti che spettano ai componenti della giunta e al numero uno del parlamentino di palazzo Moroni erano destinati ad essere rivisti verso l'alto. Lo scorso ottobre, infatti, tra le pieghe della legge di Bilancio 2022, è saltata fuori una norma che prevede un aumento generalizzato delle indennità di sindaci, assessori e presidenti di Provincia. Una norma che, complice l'avvicinarsi della campagna elettorale, era stata immediatamente congelata dall'amministrazione Giordani. Una disposizione che, però, a urne chiuse e a giunta nominata, è stata scongelata con una delibera ad hoc. Una disposizione che, da qui al 2024 consentirà alla squadra del sindaco di poter contare su una busta paga decisamente più robusta. Una busta paga che, nel giro di 2 anni, rispetto agli stipendi percepiti fino ad ora è destinata aumentare di quasi l'80% (del 77,7% per la precisione).

L'aumento di stipendio

Nello specifico la legge prevede che in un Comune come Padova, con più di 100.000 abitanti, il sindaco guadagni, entro il 2024, un'indennità lorda pari all'80% di quella percepita dal presidente della Regione, ovvero 13.800 euro. Un'indennità che deve essere corrisposta al 45% nel 2022, al 68% l'anno prossimo e al 100% nel 2024. Non solo il primo cittadino, però. Per i vicesindaci, gli assessori e i presidenti di consiglio comunale la legge prevede degli aumenti siano stabiliti in proporzione a quelli del rispettivo sindaco. Ma, alla fine, come cambieranno gli emolumenti percepiti dagli amministratori di palazzo Moroni? Numeri alla mano, si scopre che l' indennità lorda del sindaco Giordani prima delle elezioni era di 6.212,70 euro. Quella attuale è, invece, di 7.831,30 euro. Dall'anno prossimo sarà di 9.173,12 euro e nel 2024 arriverà a quota 11.040 euro. Passando, poi, al vicesindaco Andrea Micalizzi, fino ad ora ha potuto contare su una busta paga di 4.659,53 euro. La nuova indennità è, invece, di 5.873,48 euro, ma dal 2023 sarà di 6.879,84 euro, per arrivare a 8.280 euro tra due anni. L'emolumento di assessori e presidente del consiglio comunale prima delle elezioni era di 3.727,62 euro, quello odierno di 4.698,78 euro. L'anno prossimo, poi percepiranno 5.503,87 euro, per arrivare nel 2024 a 6.624 euro.

«Fare il sindaco prevede responsabilità enormi»

Tutte cifre che, è giusto ribadirlo, sono al lordo della tassazione. Dal momento che i fondi messi a disposizione dallo Stato partono dall'1 gennaio, gli amministratori padovani potranno contare prossimamente anche su un robusto conguaglio. Conscio del fatto che un provvedimento del genere, in tempi difficili come questi, rischia di avere un impatto molto forte anche sui padovani, ieri, 18 luglio, Giordani ha messo subito le mani avanti. «Recepiamo una legge dello Stato nota dal 2021, trasversalmente sostenuta dalle forze politiche, che ha riparametrato le indennità di tutti i sindaci e amministratori secondo modalità ben precise a decorrere dal gennaio 2022, stanziando anche le risorse aggiuntive che dal Governo centrale saranno distribuite ente per ente esclusivamente per tale scopo e quindi non utilizzabili per altre uscite di spesa - ha scandito il primo cittadino - Il Decreto di riparto dei ministeri competenti che eroga i fondi è stato pubblicato il 6 giugno ed era giusto attendere questo provvedimento prima di prendere atto del nuovo regime. Fare il sindaco o l'assessore prevede responsabilità personali enormi, nella maggior parte dei casi la rinuncia alle attività precedenti e a buona parte della vita privata e tanto lavoro quotidiano».

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