Le associazioni ucraine del Veneto: «Boicottiamo il concerto del pianista filo-Putin»

Domenica 17 Dicembre 2023 di Marina Lucchin
Alexander Romanovsky nel video russo davanti al teatro bombardato di Mariupol

PADOVA - Il concerto dei pianisti Alexander Romanovsky e Nikolay Luganskiy, noti per le loro posizioni filo-Putin, scatena le reazioni delle associazioni ucraine della Regione che hanno organizzato per martedì alle 19.30 una manifestazione di fronte all’auditorium Pollini, durante l’esibizione dei musicisti. 

LA DECISIONE

«Il nostro appello per la cancellazione del concerto - esordiscono le associazioni in una nota - ha ricevuto un ampio sostegno da parte di molte persone, enti ed associazioni, inclusa l’amministrazione comunale di Padova che ha ritirato il patrocinio. Ringraziamo tutti coloro che ci stanno sostenendo in questa richiesta, ribadendo che non è motivata dalla nazionalità dei due pianisti (Romanovskiy è anche italiano) o dal loro repertorio con compositori russi. Non mettiamo in discussione l’arte o le nazionalità, ma contestiamo l’uso che questi due artisti fanno del loro talento e della loro fama per fare propaganda a favore dell’invasione russa dell’Ucraina.

Siamo amici della musica, ma non sostenitori di Putin». 

IL MALUMORE

«Ci dispiace - continuano - che il presidente Mario Carraro non abbia preso la responsabilità di cancellare il concerto, nonostante le prove visive del concerto di Romanovskiy sulle macerie del teatro di Mariupol siano state documentate da numerose testate giornalistiche italiane e internazionali. Carraro pensa forse che il Royal College of Music, che ha sospeso Romanovskiy dall’insegnamento proprio per questi fatti, non sia un ente degno di fiducia?»
«Ci dispiace anche - evidenziano - che il presidente Flavio Zanonato non abbia ancora preso posizione, avallando così le iniziative in programma. Per questi motivi, abbiamo deciso di organizzare una manifestazione di protesta davanti all’Auditorium Pollini in occasione del concerto di Romanovskiy martedì. Invitiamo tutti i cittadini ucraini di Padova e dintorni e tutti coloro che sostengono la resistenza ucraina contro l’invasione russa a partecipare alla protesta. L’appuntamento è alle 19.30 a Palazzo Altinate. Chiediamo a tutte le forze politiche e sociali padovane di aderire a questa iniziativa e ai loro rappresentanti di partecipare. Chiediamo anche a chi ha acquistato il biglietto per il concerto di non partecipare». 

La protesta potrebbe trasformarsi in un momento di tensione, tanto che la questura che ha annunciato un apposito servizio di controllo per l’evento.

NEGLI ULTIMI GIORNI

L’ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melnyk, nei giorni scorsi ha scritto al sindaco Giordani, al presidente dell’Associazione, Mario Carraro e a quello del Conservatorio, Flavio Zanonato, chiedendo di annullare il concerto «una scelta insultante e offensiva nei confronti del popolo ucraino». 
«La cultura, nonostante la sua natura di umanesimo, moralità, raffinatezza, etica, estetica, non può rimanere fuori dalla politica, soprattutto in tempo di guerra - scriveva l’ambasciatore - Se la cultura fosse al di fuori della politica, come alcuni ancora credono, le figure culturali non avrebbero subìto la repressione come, ad esempio, è accaduto in passato a molti artisti ucraini». 

Ha poi continuato citando il fatto che finora sono morti oltre 70 musicisti, scrittori e attori. «Ora la cultura è anche uno strumento chiave nella guerra ibrida russa - ha continuato - I rappresentanti del settore dell’attività culturale russa non si stancano di sottolineare che gli eventi culturali russi all’estero sono una “operazione speciale” sul fronte culturale e una “offensiva culturale”. Questo passaggio si deve al fatto che l’Ucraina denuncia il fatto che tre mesi dopo il bombardamento del teatro di Mariupol (marzo 2022) dove si erano rifugiate 600 persone, Romanovsky abbia suonato Mozart in un filmato di propaganda russo insieme al violinista Peter Lundstrem, conosciuto sostenitore dell’invasione russa. Per gli ucraini è come se si fosse esibito sulla tomba di tutte quelle persone e di fronte a chi le ha uccise». 

«Insomma una profanazione continuata con altre dichiarazioni. È per questo - chiude l’ambasciatore - che il sostegno degli artisti filo-Putin e la diffusione della cultura russa non fa che rafforzare l’immagine del regime di Putin e giustificare i suoi innumerevoli crimini».

Ultimo aggiornamento: 17:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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