Processo Pfas, Russo in aula: «Biomonitoraggi Miteni già nel 2000, Regione l'ha saputo nel 2013»

Venerdì 22 Aprile 2022
Francesca Russo dirigente Prevenzione Regione Veneto
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VICENZA - «La società Miteni aveva attivato nei propri dipendenti i biomonitoraggi sulle sostanze tossiche all'inizio degli anni 2000, la Regione Veneto ne è venuta a conoscenza nel 2013». L'ha detto Francesca Russo, direttore regionale della Prevenzione, ieri durante il processo Pfas in corso davanti alla Corte d'Assise di Vicenza, nel quale l'istituzione è parte civile con l'avvocato Fabio Pinelli. Imputati sono 15 manager della stessa Miteni, oltre che delle ex controllanti Icig e Mitsubishi Corporation, accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari.

La testimone è stata inoltre chiamata a rispondere sulle azioni messe in campo per preservare la salute delle aree contaminate. «La dottoressa Russo ha spiegato che nel 2013, quando sono arrivati in Regione gli studi del Cnr, le autorità sanitarie hanno elaborato e consegnato agli acquedotti i parametri della performance, cioè i valori di legge cui attenersi per l'acqua potabile: è sulla base di quei dati che sono stati realizzati i filtri», ha riferito l'avvocato Angelo Merlin, che con i colleghi Marco Tonellotto e Vittore d'Acquarone tutela le società idriche Acque del Chiampo, Viacqua, Acquevenete e Acque Veronesi. Prossima udienza il 28 aprile per l'esame dell'ex direttore generale Domenico Mantoan e del maresciallo Manuel Tagliaferri del Nucleo operativo ecologico di Treviso, che ha condotto le indagini.

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