Ospedale di Padova. Nuova pediatria, 6 sale operatorie per interventi d'avanguardia

Approvato il progetto: 40 ricambi d'aria all'ora, una ibrida, un angiografo biplano ed elettrovetri con i pesci per i bambini

Martedì 21 Maggio 2024 di Mauro Giacon
Ospedale di Padova. Nuova pediatria, 6 sale operatorie per interventi d'avanguardia

PADOVA - Nel più grande e moderno ospedale per i bambini che la Regione potrà annoverare non poteva mancare la parte più spettacolare per il carico di tecnologia e speranza che si porta dietro, le sale operatorie. Proprio qualche giorno fa il direttore generale dell'Azienda Ospedale Università Giuseppe Dal Ben, ha licenziato una delibera con cui approva il progetto messo a punto in soli 45 giorni dal raggruppamento d'imprese che vede come capofila la Proger insieme a Striolo Foschesato&partners e Manens Tifs.

Sono le imprese che hanno vinto il bando per la fattibilità-tecnico economica dell'intero edificio sul quale però il settimo piano, destinato alle sale operatorie appunto, era rimasto al grezzo. Solo successivamente hanno avuto l'incarico di pensarle anche perchè l'anno scorso la Commissione regionale dei finanziamenti Crite ha dato il via libera prevedendo anche le sale operatorie. Non si era trattato di una dimenticanza però perchè questo tipo di operazioni va trattato da esperti. Lo studio Striolo Foschesato&partners ad esempio sta progettando ospedali in molte parti d'Italia. Ora è impegnato, fra gli altri, in quello di Cortina. Non solo: anche la costruzione vede oggi in Italia tre o quattro Gruppo mondiali in grado di concorrere per costruirle ed attrezzarle (stiamo parlando di Philips o Siemens tanto per citarne due) dunque anche qui occorre un bando aggiuntivo speciale che potrebbe essere chiuso in pochi giorni. Intanto l'Azienda ha messo a disposizione solo per la costruzione, gli impianti meccanici idrosanitari, quelli termici e di condizionamento, quelli elettrici e la progettazione 3,7 milioni di euro, in parte coperti da fondi Pnrr.


IL DETTAGLIO
Le caratteristiche di queste sale operatorie sono state pensate a Padova. È l'architetto Maurizio Striolo a spiegarle. «Prima di tutto la scelta del settimo piano ha una sua ragione. All'ultimo, quello superiore, ci saranno gli impianti. Questo significa avere tubazioni meno lunghe e che toglierebbero spazi nell'insieme dell'edificio aumentando anche i consumi. Specialmente in questo caso. Due sale infatti saranno catalogate Iso 5. Significa che se in un reparto di degenza ci sono 2-3 ricambi d'aria completi in un'ora qui ce ne saranno 40, il doppio di una terapia intensiva. Avranno un livello di prestazione altissimo sotto il profilo batteriologico. Molto adatto ad esempio ad interventi a cuore aperto. A completare questo tipo di attenzione saranno le nuove porte a tenuta, molto più prestazionali e il fatto che le sale saranno tutte in acciaio e non ci sarà più il pvc, con pannellature ad alta igienizzazione».
«In un'altra sarà presente un angiografo biplano uno strumento particolare che può effettuare analisi e studi in contemporanea all'intervento». È un'apparecchiatura radiologica che serve per eseguire l'angiografia. Questo esame diagnostico è la rappresentazione radiologica dei vasi sanguigni del corpo tramite l'infusione, al loro interno, di un mezzo di contrasto idrosolubile allo scopo di opacizzarli. Rispetto al tradizionale angiografo monoplano, la nuova apparecchiatura, per mezzo di specifici software, permette di ricostruire immagini tridimensionali dei vasi, mostrare più precisamente la sede e la tipologia dell'occlusione, evidenziare quali sono le aree non irrorate correttamente.


Altra specificità la presenza di una mini sala ibrida dove ci sono dispositivi particolari come scanner per la tomografia computerizzata o per la risonanza magnetica nucleare che permettono di operare senza le incisioni convenzionali per accedere alle parti del corpo da operare, potendo effettuare un cateterismo o l'inserimento di endoscopi attraverso incisioni più piccole.


IL BENESSERE
C'è uno studio che riguarda tutto l'ospedale per quanto riguarda il benessere ambientale da riservare ai bambini. Ma Striolo ha voluto proporre qui anche altre innovazioni. «Abbiamo pensato a dei vetri elettroilluminati con figure care ai bambini come dei pesci o altri animali, insomma con grafie particolari da inserire nelle stanze di preparazione e in quelle del risveglio. C'è inoltre una progettazione particolare pr quanto riguarda la possibilità di accompagnamento della mamma fino al momento dell'anestesia. Finora il bambino arriva dalla degenza con un letto batteriologicamente "sporco" tenendo per mano la madre. Improvvisamente si trova messo su un altro letto e a dover lasciare la madre. Noi abbiamo pensato a un ambiente in cui la madre possa stargli vicino finchè non si addormenta».

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