Un milione di prestazioni del Dipartimento di Medicina. Il direttore Vettor: «Nel futuro tanti progetti e un centro per le ricerche cliniche»

Martedì 3 Ottobre 2023 di Elisa Fais
Giuseppe Dal Ben e Roberto Vettor

PADOVA - Quasi un milione di prestazioni l’anno tra ricoveri e attività specialistica in ambulatori e pronto soccorso. Oltre alla presenza di 27 Centri regionali riconosciuti e dieci Reti europee di malattie rare (Ern). Questi sono solo alcuni dei numeri che dipingono la grande “famiglia” del Dipartimento di Medicina dei Sistemi dell’Azienda Ospedale Università di Padova, diretta dal professor Roberto Vettor.

Una realtà complessa e variegata, che abbraccia 28 Unità operative complesse (solo per citarne alcune cardiologia, geriatria, malattie infettive, psichiatria) e altre 11 Unità operative semplici (come allergologia, accettazione e pronto soccorso, trapianto multiviscerale).


In quale direzione andrà il futuro della Medicina nel Padovano nei prossimi anni? Secondo il professor Vettor «verso un maggiore sviluppo dei big data, della robotica, della telemedicina, dell’intelligenza artificiale, della connessione tra ospedale e territorio, oltre che verso una visione globale della salute della persona in relazione all’ambiente circostante e alla società».


L’impiego delle nuove tecnologie in ambito clinico può portare notevoli vantaggi per velocizzare le procedure, supportare i medici nel loro lavoro, offrire cure migliori e ridurre i costi dell’assistenza sanitaria. Per questo motivo il direttore del Didas di Medicina dei Sistemi si appella alle istituzioni: «Dobbiamo pensare come se il nuovo ospedale fosse questo, servono investimenti di tipo progettuale per cogliere soprattutto le occasioni lanciate dal Pnrr. L’obiettivo è rendere Padova un punto di riferimento a livello internazionale. Non dimentichiamo, però, che non si può progettare a costo zero: le idee non sono gratis. E, per progettare, il prerequisito fondamentale è conoscere quali e quante risorse si avranno a disposizione».


LE APPLICAZIONI
Qualche progetto in cantiere c’è già. Primo tra tutti il nuovo Centro di ricerche cliniche, gestito da Azienda ospedaliera e ateneo patavino, che sarà realizzato entro un anno al primo piano del Monoblocco. «Ci permetterà di avere un immediato passaggio dallo studio delle molecole all’applicazione della terapia. Oggi l’attività è spezzettata, la nascita del nuovo Centro consentirà a Padova di piazzarsi ai primi posti in Italia per la ricerca e sviluppo di nuove cure», spiega il professor Vettor. 
Sul fronte telemedicina via Giustiniani ha premuto l’acceleratore durante la pandemia ma, ora, serve un’ulteriore riorganizzazione. In Azienda ospedaliera nel 2022 sono state erogate 8.566 prestazioni per un totale di 6.266 pazienti con una previsione per quest’anno di arrivare a 9.624 prestazioni e 7.132 pazienti e l’ulteriore obiettivo di crescere del 10% nel 2024. «La telemedicina trova applicazione nel controllo del diabete, ma anche in cardiologia e nelle malattie reumatologiche - precisa Vettor -. Il problema è organizzare i centri di controllo, servono risorse per analizzare i dati che giungono da remoto e rispondere in maniera puntuale ed efficace. Attraverso la telemedicina è possibile superare molti ostacoli nella cura e nell’assistenza dei pazienti, oltre che monitorare le condizioni dei malati con patologie mediante dispositivi tecnologici avanzati con le quali trasmettere a distanza dati e informazioni».


LE ECCELLENZE
Con 20.693 ricoveri e 958.844 prestazioni di attività specialistica per esterni nel 2022, il Didas Medicina dei Sistemi rappresenta una delle eccellenze dell’ospedale della città del Santo. «Per continuare ad essere leader nel campo delle Malattie rare - conclude Vettor - serve puntare alla grande innovazione, tra cui la terapia genica. Padova svetta anche nel campo delle malattie endocrino-metaboliche, dalla gestione del diabete alla grande obesità, non a caso da noi insistono presidenze di grandi associazioni e facciamo da sede a congressi internazionali. La volontà, ora, è di creare un grande centro di eccellenza anche in campo epatologico e gastroenterologico». 

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