Il sindaco di Cadoneghe: «I velox e le multe? Tutta una macchinazione contro di me»

Schiesaro: «Una narrazione dei fatti falsata, sbagliata e del tutto fuorviante»

Lunedì 8 Aprile 2024 di Lorena Levorato
Il sindaco Marco Schiesaro con gli scatoloni delle multe da annullare

CADONEGHE - «Una narrazione dei fatti a dir poco falsata, sbagliata e del tutto fuorviante». Inizia così la replica del sindaco di Cadoneghe Marco Schiesaro alle dichiarazioni rilasciate da Andrea Moro, 29 anni, figlio dell’ex responsabile della Polizia Locale Giampietro, in merito alla vicenda degli autovelox sulla Sr 307 e le quasi 60 mila multe elevate. 


LA REPLICA
Il primo cittadino risponde punto per punto alle affermazioni di Moro ribadendo che «siamo di fronte all’ennesimo e maldestro tentativo di confondere e mischiare le carte di questa incresciosa vicenda».

Prima di tutto Schiesaro manifesta il suo rammarico per le attuali condizioni dell'ex comandante padre, ora in pensione e attualmente in convalescenza dopo il delicato intervento al cuore a seguito dell’infarto di fine gennaio. «Mi auguro che si rimetta quanto prima, ovvio - inizia Schiesaro - Tuttavia non accetto che si dia la colpa a me se sta male: questo è grave. Dalle parole del signor Andrea Moro è evidente che fa orecchie da mercante e non entra nel merito delle responsabilità di suo padre che, a suo dire, sta attendendo di comprendere i motivi dell’illegittimità. Chiarisco che suo padre sa bene perché le sanzioni sono illegittime». Nella sua narrazione, Andrea Moro ha ribadito che il sindaco e tutta la giunta erano informati dell’iter per l’installazione e l’attivazione dei velox. Venivano informati ogni giorno anche sul numero di multe. «Ma che discorsi sono? Ovvio che eravamo informati - continua Schiesaro - Ed eravamo anche convinti che avesse fatto tutto per bene e a regola d'arte. E questo non lo dice Marco Schiesaro, ma lo dicono gli atti dell'istruttoria che si è conclusa con un rinvio a giudizio per falso, quindi il signor Moro deve spiegare perché ha fatto pressione sui suoi sottoposti e perché li ha minacciati per redigere atti falsi? Ricordo, qualora non fosse ancora chiaro a Moro e a chi cavalca e strumentalizza la vicenda per dar vigore e visibilità alla propria campagna elettorale, che il sindaco, in tutta questa vicenda, e ripeto lo dicono gli atti, è una vittima così come il Comune di Cadoneghe. Le indagini non sono state svolte dal sindaco o dai suoi amici, ma dalla procura di Padova con mesi di verifiche, accertamenti, intercettazioni. E alla fine, nel processo, il sindaco e l’ente che rappresento sono stati riconosciuti come parti lese». A febbraio il pubblico ministero Benedetto Roberti ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex responsabile Moro e l’agente Mattia Ferracin che devono rispondere di falso in atto pubblico, e per Moro c'è anche la tentata concussione. All'udienza del 4 marzo, Moro non si è presentato perché ricoverato in ospedale e il giudice ha disposto un rinvio di tre mesi. 


IL MATRIMONIO
Sull’invito di Moro al matrimonio del sindaco, l’1 agosto dell’anno scorso, il primo cittadino precisa che «era inviato al pari di tutti i dipendenti e al tempo non avevo alcun dubbio sulla sua condotta e godeva della mia piena fiducia. I fatti sono precipitati verso la seconda decade di agosto, quando ho scoperto la macchinazione che era stata costruita». Schiesaro, poi, puntualizza che «la procura ha evidenziato che siano stati consegnati nelle mie mani dopo ripetute mie richieste, atti falsi spacciati per veri, elaborati per giustificare l’installazione degli apparecchi: una condotta mossa nei miei confronti, in quanto non ho ceduto alle pressioni da parte del’ ex agente Moro che chiedeva la promozione per poi avere benefici sulla pensione. Moro aspetta un provvedimento comunale che annulli le sanzioni, e lo informo che questa cosa che sta già avvenendo. E le ragioni dell'illegittimità delle multe Moro le sa benissimo. Il sindaco non si è mai sottratto alle sue responsabilità, ma è stato il motore di tutta l’indagine grazie alla denuncia che ho fatto alla procura non appena ho avuto la conferma dell’esistenza della macchinazione ai miei danni. Quindi, come previsto, alla prossima udienza mi costituirò parte civile, in qualità di rappresentante pubblico dell’ente, ma anche come persona offesa, e chiederò i danni all’immagine del Comune e alla mia persona». 

Ultimo aggiornamento: 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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